
La carie rappresenta una patologia molto diffusa nella società moderna, e la necessità di curarla è ben documentata fin dalla preistoria. La più antica evidenza di attività dentistica è datata infatti al Neolitico (9,000-7,000 anni), ma prima di questo periodo non è mai stata documentata alcuna forma di trattamento dentale. Il Villabruna, datato a 14,000 anni fa, attesta la presenza di forme rudimentali di intervento curativo dentale almeno durante le fasi finali del Paleolitico superiore.
Il risultato è stato reso possibile grazie alle numerose analisi multidisciplinari:
- Ricostruzione funzionale della dentizione del Villabruna (per confermare che la morfologia della cavità non è stata prodotta durante la masticazione);
- Analisi tramite Microscopio Elettronico a Scansione (SEM) unitamente all’analisi delle strie in sezione (per visualizzare ed analizzare le strie presenti all’interno della cavità dentale)
- Test sperimentali volti a confermare che queste strie, presenti all’interno della cavità, sono state prodotte da uno strumento microlitico.
“Quello che i risultati mostrano” dichiara il professor Stefano Benazzi (Università di Bologna), coordinatore del gruppo di ricerca, “è che il dente del Villabruna rappresenta la più antica evidenza di intervento manuale su una condizione patologica (carie). Villabruna retrodata qualsiasi caso di intervento dentale e di chirurgia craniale attualmente noto (9,000-7,000 anni fa). Questa scoperta suggerisce inoltre che nel Paleolitico Superiore finale l’uomo era consapevole degli effetti deleteri delle infezioni cariose e della necessità di intervenire, tramite l’ausilio di strumenti microlitici, sul tessuto malato per rimuoverlo e/o pulirlo in profondità.

Marco Peresani (Università di Ferrara) dichiara: “La nostra scoperta mostra come gli albori della medicina dentale sfrutti abilità, competenze creative e tecnologiche presenti ben prima del Neolitico, facendo quindi risalire al Paleolitico Superiore finale lo sviluppo, seppur incipiente, delle pratiche chirurgiche (dentali)”. Peresani conclude: “I fossili umani paleolitici sono molto rari, ed è solo grazie alla collaborazione di numerosi istituti che è stata resa possibile l’identificazione del primo trattamento dentale”.