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Scoperta ad Assuan la più antica effige di un sovrano dell'alto Egitto

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geroglificiLa scoperta arriva dalla missione “The Aswan-Kom Ombo Archaeological Project” (AKAP) nata dalla collaborazione tra l'Università di Yale e il Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna. Gli studiosi italo-statunitensi, assieme ai colleghi della Provinciale Hogeschool Limburg in Belgio, hanno completato la prima documentazione digitale e grafica di Nag el-Hamdulab, sito di arte rupestre scoperto alla metà del ‘900 dal famoso egittologo egiziano Labib Habachi, nei deserti alle spalle del villaggio omonimo, situato sulla riva occidentale del Nilo a nord di Assuan.
unibo-egittoLe immagini e l’iscrizione geroglifica costituiscono la prima straordinaria raffigurazione di un giubileo regale completo di tutti gli elementi che lo caratterizzeranno nei periodi successivi, tra cui il faraone con indosso la corona bianca dell’Alto Egitto, accompagnato dal cosiddetto “Seguito di Horus” ossia la corte regale, come si conosce da fonti proto-dinastiche.

Il ciclo figurativo risale probabilmente al 3200 a.C., che corrisponde alla parte finale della cultura preistorica di Naqada, in un momento collocabile cioè tra il re Scorpione ossia il primo re della dinastia Zero (cui è da attribuirsi con ogni probabilità, la tomba Uj ad Abydos) e Narmer, sovrano della Prima dinastia.

Le scene individuate ad Assuan sono uniche e importantissime poiché consentono di “fissare” sulla roccia il momento di passaggio tra i temi raffigurati nel periodo predinastico, ossia processioni di barche e animali quali simboli del potere regale, al repertorio propriamente dinastico dove la figura regale, posta al centro della scena, domina gli eventi.

E’ proprio il potere del faraone a emergere dalle scene di Nag el-Hamdulab, ritratto nelle vesti di supremo sacerdote, unibo-egitto-3figura-simbolo del potere terreno e divino. Immediato il suo riconoscimento nella scena grazie alle insegne regali che lo contraddistinguono: la corona bianca dell’Alto Egitto, qui documentata nella sua forma più antica.

La scoperta è eccezionale anche perché fra le scene figurative è stata individuata una delle prime iscrizioni geroglifiche.

Nell’iscrizione presente a Nag el-Hamdulab si fa riferimento ad un luogo e ad una barca appartenente ad un non meglio specificato “seguito di”. L’espressione sembra essere un chiaro riferimento alla “corte di Horus” come confermano i primi testi, tra cui in particolare gli annali della pietra di Palermo, dove la raffigurazione di un’imbarcazione è appunto associata all’espressione “corte di Horus”.

unibo-egitto-4Con lo stesso termine nei documenti della Prima dinastia si riferisce ai viaggi del re e della sua corte, apparentemente finalizzati alla riscossione delle tasse, pratica che in seguito prenderà la forma della ben nota tassa biennale sul bestiame.

Il testo, nel riferirsi a una barca della “corte di Horus”, rappresenta la prima e più antica testimonianza della pratica di riscossione di tasse da parte del faraone e la prima e più antica forma di controllo economico sull’Egitto e probabilmente anche sulla Nubia.

unibo-egitto-5Questo studio, grazie all’innovativo approccio metodologico ha permesso di documentare dettagliatamente, sia in formato digitale che cartaceo, un complesso di raffigurazioni rupestri prima del tutto sconosciute.

La ricostruzione della scena principale, recentemente danneggiata in modo irreparabile a seguito di atti vandalici, è stata possibile grazie alla disponibilità delle foto originali scattate da Habachi (messe gentilmente a disposizione dalla Chicago House di Luxor dell’Istituto Orientale dell’Università di Chicago).






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