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Abitare in campagna: dalla villa romana alla cascina lombarda

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Università Cattolica di MilanoSul finire del Settecento la struttura agricola della Lombardia suscitava l’ammirazione non solo degli agronomi di altre parti d’Italia alla ricerca di modelli di sviluppo da imitare, ma anche dei numerosi viaggiatori stranieri che, agli interessi artistici e archeologici che li spingevano, associavano una nuova sensibilità per i problemi dello sviluppo economico. Le grandi aziende della Bassa pianura, i campi ben tracciati e irrigati, insieme alle nuove frontiere produttive venivano esemplarmente tratteggiate nella cartografia e nei cabrei del tempo.
La cascina lombarda non era solo un’unità produttiva tra le più efficienti, ma anche uno stile di “vivere in campagna” che, nonostante le sue difficoltà e articolazioni, meritava attenzione, studio e una maggiore conoscenza.

A mettere in luce queste tematiche, dall’età tardoantica ad oggi, è l’importante incontro nazionale di studi promosso dal 15 al 17 dicembre 2011 dalla Fondazione Civiltà Bresciana, in collaborazione con istituzioni pubbliche e private, enti culturali e di ricerca, quali il Ministero per i Beni Culturali, l’Archivio di Stato di Brescia e le università lombarde: la Cattolica, le statali di Brescia e di Bergamo, il Politecnico di Milano. Lo studio del paesaggio agrario, dei suoi elementi costitutivi, delle sue caratteristiche materiali e dell’evoluzione storica del popolamento e dell’insediamento, ha suscitato negli ultimi decenni un notevole interesse e un’intensa attività di indagine. Storici, geografi e archeologi, motivati soprattutto dal favore incontrato dall’interesse per la cultura materiale, ma anche studiosi di storia dell’arte e dell’architettura, hanno dedicato rinnovata attenzione a queste problematiche, individuando la necessità di far convergere su di esse gli apporti di differenti discipline in analisi critiche, i cui esiti sono un punto tra i più avanzati della ricerca scientifica.

Le strutture abitative, sia nelle campagne che in città, sono state indagate come il frutto di un complesso prodotto della storia della società, dell’economia, dell’agricoltura, dei rapporti di produzione e dei sistemi insediativi. In particolare, la circolazione delle conoscenze tecniche, la tipologia dei prodotti e i modelli culturali hanno influito sulla qualità della vita delle popolazioni contadine, degli spazi residenziali e dei servizi delle strutture agrarie. Quale continuità e, se esiste, quale legame profondo, come senza dubbio c’è, tra la “villa rustica” romana, la “curtis” medievale, le grange monastiche e le moderne aziende agricole descritte da Agostino Gallo fino alle cascine che tutti noi conosciamo, sono i nodi problematici intorno a cui ruotano i lavori congressuali.

L’incontro di studio è inoltre una tappa intermedia del più ampio progetto, avviato dalla Provincia di Brescia e tuttora in corso, di georefenziazione delle cascine bresciane.

Da ultimo, la cornice suggestiva di Palazzo Lana a Borgonato, dove si terrà l’ultima sessione dei lavori, è un modo per celebrare il cinquantesimo di attività dell’azienda Guido Berlucchi che, non solo ha portato la Franciacorta e le sue bollicine ad essere celebri in tutto il mondo, ma è un esempio riuscito di sviluppo del territorio senza trascurarne la tutela. E i filari ben tracciati, le viti ordinate geometricamente che attorniano l’antica austera dimora dei conti Lana appare forse come l’immagine che meglio sintetizza la fatica e l’orgoglio di un popolo legato alla sua terra.

15-16 dicembre, Università Cattolica di Milano
 (Aula magna di via Musei, 41, ore 9.30)
17 dicembre, Borgonato di Corte Franca,
(Palazzo Lana, ore 9.30)

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