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Rapporto AlmaLaurea 2011 sulla condizione occupazionale dei laureati UniBo

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bologna-logoIl XIII Rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati, che ha coinvolto a livello nazionale 400mila laureati, fotografa un quadro occupazionale complessivamente in difficoltà seppure con un’intensità minore rispetto a quella dell’anno passato. L’occupazione dopo la laurea per i neodottori post-riforma dell’Alma Mater si attesta su buoni livelli, in linea, se non superiori, alla media nazionale e il tasso di disoccupazione risulta inferiore al dato medio nazionale.
Tiene dunque l’occupazione nonostante i valori dell’occupabilità (in particolare della stabilità del lavoro) siano depressi, nel confronto con la media nazionale, dalla forte componente di laureati fuori sede residenti soprattutto al Sud, dove il mercato del lavoro è meno dinamico: da fuori Regione provengono infatti il 41% dei laureati triennali e il 52% dei laureati specialistici biennali. Inoltre occorre tenere presente il peso di facoltà come Giurisprudenza, Medicina e Scienze che richiedono, per l’accesso alle professioni, la frequenza a tirocini e scuole di specializzazione dopo la laurea.

L’indagine ha riguardato complessivamente quasi 21mila laureati di Bologna. La sintesi qui riportata riguarda 18.786 laureati di Bologna: 8.867 laureati triennali e 4.282 laureati specialistici biennali usciti dall’Università di Bologna nel 2009 e intervistati dopo un anno; 2.978 laureati specialistici biennali usciti dall’Università di Bologna nel 2007, intervistati dopo tre anni; 2.660 laureati pre-riforma del 2005, intervistati dopo cinque anni.

I laureati dell’Alma Mater del 2009 alla prova del lavoro: dopo un anno l’occupazione più alta della media nazionale per gli specialistici. Ma il lavoro è precario.

L’indagine ha coinvolto, con tassi di risposta del 90%, 8.867 laureati triennali e 4.282 laureati specialistici biennali usciti dall’Università di Bologna nel 2009 e intervistati dopo un anno, nel 2010.

Il tasso di occupazione dei neolaureati triennali dell’Alma Mater, è pari al 46%, un valore perfettamente in linea con la media nazionale e che si conferma analogo a quello della rilevazione sui laureati 2008. L’occupazione tiene per i laureati bolognesi di primo livello. Tra gli occupati triennali dell’Alma Mater, il 32% è dedito esclusivamente al lavoro, il 14% coniuga la laurea specialistica con il lavoro. Chi continua gli studi con la laurea specialistica è il 55%: il 41% è impegnato esclusivamente nella laurea specialistica, mentre, come si è detto, il 14% studia e lavora. Nove laureati triennali di Bologna su cento non lavorando e non essendo iscritti alla laurea specialistica, si dichiarano alla ricerca di lavoro.

Il tasso di disoccupazione dei neolaureati triennali è pari al 16%, inferiore di quattro punti percentuali rispetto al dato nazionale.

Il lavoro stabile (contratti a tempo indeterminato e lavoro autonomo) coinvolge, a un anno dalla laurea, 31 laureati su cento di primo livello di Bologna (la media nazionale è del 39%).

Il lavoro atipico (contratti a tempo determinato, collaborazioni, ecc.) coinvolge 51 laureati su cento di Bologna; tre punti percentuali in più rispetto ai laureati 2008); la media nazionale è del 43%.

Il guadagno (sintesi tra chi lavora esclusivamente, la maggioranza, e chi studia e lavora) si attesta su valori inferiori alla media nazionale: a un anno dalla laurea i laureati di primo livello di Bologna guadagnano 954 euro mensili netti; la media nazionale è di poco più elevata: 982 euro.

L’analisi deve tenere conto che si tratta di giovani che nella maggioranza dei casi continua gli studi, rimanda cioè al post-laurea di tipo specialistico il vero ingresso nel mondo del lavoro.

Cosa avviene, dunque, ai laureati specialistici a un anno dalla laurea?

Il tasso di occupazione è buono: a dodici mesi dalla conclusione degli studi risulta occupato più di un laureato specialistico su due.
A un anno dalla laurea lavora il 56,6% dei laureati specialistici dell’Università di Bologna; un valore superiore alla media nazionale del 55,7%. Ma c’è anche quasi un quinto dei laureati (18%) che continua la formazione (come a livello nazionale). Chi cerca lavoro è il 25,5% dei laureati specialistici di Bologna, contro il 28,5% del totale laureati.

Il tasso di disoccupazione dei laureati specialistici dell’Alma Mater è del 15,7% rispetto al dato nazionale del 17,7%.

A un anno dalla laurea, il lavoro è stabile per un quarto dei laureati di Bologna; la media nazionale è del 35%. Il lavoro atipico coinvolge il 56% dei laureati specialistici dell’Alma Mater (la media nazionale è del 46%).

La maggior precarietà influenza il guadagno, che è inferiore alla media nazionale: 1.022 euro mensili netti, contro i 1.078 del complesso dei laureati specialistici.

Tendenze del mercato del lavoro nel medio periodo: esiti occupazionali a tre e cinque anni dal titolo.

Le crescenti difficoltà occupazionali incontrate dai giovani, neo-laureati compresi, negli ultimi anni si sono inevitabilmente riversate anche sui laureati di più lunga data, anche se occorre sottolineare che, col trascorrere del tempo dal conseguimento del titolo, le performance occupazionali migliorano considerevolmente.

Per la prima volta vengono indagati i laureati biennali specialistici dell’Alma Mater a tre anni dal titolo: sono 2.978 quelli coinvolti nell’indagine, con un tasso di risposta dell’88%. Il 75% è occupato, come a livello nazionale. Con un 14% che risulta ancora impegnato nella formazione. Chi cerca lavoro è il 12%. La quota di occupati stabili cresce apprezzabilmente (di 20 punti percentuali) tra uno e tre anni dal titolo, raggiungendo il 55% degli occupati (la media nazionale è del 62%). Le retribuzioni nominali arrivano, a tre anni, a 1.273 euro mensili netti (è di 1.313 a livello nazionale).

Le condizioni di lavoro migliorano ancora nel tempo: i laureati di Bologna del 2005 (sono 2.660 laureati pre-riforma quelli indagati, con un tasso di risposta del 75,5%), intervistati dopo cinque anni raggiungono un tasso di occupazione dell’84%. Migliorano la stabilità  (che coinvolge il 64,5% dei laureati) e il reddito (di 1.304 euro; a livello nazionale è di 1.321 euro).

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