L’Accademia delle Scienze di Ferrara inaugura il CLXXXVIII Anno Accademico
Abstract prolusione Prof. Pepe
Nel 1861 il Comune di Ferrara contava 67.988 abitati, mentre la Provincia di Ferrara 199.158. Il Regno d'Italia 21.177.334, anche se all’epoca non ne facevano ancora parte quattro regioni: il Veneto, il Lazio, Il Friuli Venezia Giulia e il Trentino.
Nel 2008-09 il Comune di Ferrara arrivava a 134.605 abitanti, la Provincia di Ferrara a 358.966, la Repubblica Italiana a 60.045.068.
L'Università pontificia era divisa in quattro Facoltà: Facoltà teologica, Facoltà giuridica, Facoltà medica, Facoltà matematica. Era retta dalla bolla "Quod divina sapientia" del 1824 che ne attribuiva la presidenza all'Arcivescovo di Ferrara e il Rettore era un ecclesiastico. L'Accademia medico chirurgica era stata fondata nel 1825, ufficializzando un'associazione informale tra medici, chirurghi e farmacisti che si riunivano dal 1822 in casa di Alessandro Colla, medico e docente universitario. Università e Accademia sono quindi le più antiche istituzioni culturali operanti oggi nella città di Ferrara. Vi sono stati grandi progressi con l'Unità d’Italia nel campo dell'istruzione tecnica e secondaria in genere, dell'illuminazione pubblica, dell'igiene pubblica. L'Università e l'Accademia hanno vissuto invece, negli anni post-unitari, un periodo di crisi dovuto al fatto che l'Università, dichiarata libera nel 1861, dovette essere finanziata in modo cospicuo con fondi della Provincia e del Comune di Ferrara. Inoltre l'Università aveva dovuto uniformarsi all'ordinamento generale dello Stato, perdendo così la Facoltà di Medicina, senza poter acquistare, come a lungo si era sperato, un corso di laurea in ingegneria civile. Nei momenti difficili la necessità di mantenere a Ferrara l'istruzione universitaria era stata sostenuta da professori universitari, eminenti nelle loro discipline e generosi nel loro impegno civile, Lionello Poletti, Luigi Bosi, Carlo Grillenzoni, che avevano diretto anche l'Accademia medico-chirurgica. Accanto a loro si mobilitarono, in difesa della patria università, le associazioni studentesche e gli ambienti culturali cittadini.