Università di Udine - Studi sulla ghiandola mammaria
«Gli argomenti che saranno trattati – anticipa il preside della facoltà di Medicina veterinaria di Udine, Bruno Stefanon – oltre ad avere una forte valenza dal punto di vista della conoscenza scientifica e didattica, hanno anche importanti implicazioni sia per il sistema lattiero caseario della Regione, sia per la possibilità di stimolare nuovi approcci conoscitivi e terapeutici per la patologia al seno».
Per quanto riguarda lo studio delle patologie tumorali, «la dinamica del ricambio cellulare che è alla base della produzione del latte è, infatti – precisa Stefanon –, un modello spontaneo e stimolante per lo studio dei processi fondamentali per l’organismo, quali la proliferazione cellulare, la morte cellulare programmata e la differenziazione delle cellule staminali, di cui la ghiandola mammaria sembra essere particolarmente ricca». Dunque, la rilevanza che queste conoscenze assumono «travalica la fisiologia – sottolinea Stefanon – e permette lo studio delle patologie tumorali consentendo il miglioramento delle cure di queste malattie nell’uomo».
Evidenti sono inoltre l’importanza e le implicazioni che gli studi sulla biologia della lattazione hanno sul fronte del sistema produttivo lattiero caseario, anche regionale. «Il consumo di latte nei Paesi europei – ricorda Stefanon - è di oltre 200 chilogrammi all’anno, di cui la metà circa sotto forma di formaggi e altri derivati». Per il territorio regionale del Friuli Venezia Giulia, in particolare «si tratta – sottolinea Stefanon - di un’importante fonte di reddito per i settori agricolo e alimentare, basti ricordare, a esempio, la Dop del formaggio Montasio».
Con Christopher Harold Knight interverranno: Monica Colitti dell’Ateneo di Udine, Mario Baratta dell’Università di Torino, Giuseppe Bertoni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, Pierlorenzo Secchiari, Marcello Mele, Antonella Serra e Giampiero Conte dell’Università di Pisa, Antonella Baldi dell’Università di Milano.
Il seminario, in italiano e inglese, rientra nel programma varato dall’ateneo friulano, sostenuto dalla Fondazione Crup, di apertura a visiting professors che, nel corso dell’anno accademico, saranno a Udine per tenere seminari, lezioni e conferenze, con l’obiettivo qualificare sempre più i percorsi di internazionalizzazione, offrendo competenze di massimo livello agli studenti e rafforzando ulteriormente le interazioni con atenei e centri di ricerca internazionali.