
Le relazioni saranno tenute da Giampiero Maracchi (Agricoltura, energia e cambiamenti climatici), da Antonio Michele Stanca (La genomica e la cerealizzazione dell’agricoltura del futuro), dallo stesso Enrico Bonari (Le problematiche agronomiche nella scelta del sistema colturale a livello nazionale), da Federico Vecchioni (Le grandi colture tra mercato globale e contesto nazionale). La conclusione sarà affidata a Leonardo Casini. L’analisi dei recenti dati ISTAT sulla preoccupante riduzione nell’ultimo decennio dei terreni destinati all’agricoltura sarà il punto di partenza delle riflessioni sui futuri scenari delle grandi colture in agricoltura.
Di seguito è disponibile un intervento di Enrico Bonari per presentare la giornata di studio.
“Nell’aprile del 2008 l’Accademia dei Georgofili ha pubblicato un promemoria sulle problematiche prioritarie dell’agricoltura legate alle previsioni di revisione della politica agricola comunitaria (PAC) del 2013 e agli impatti che tale revisione potrebbe determinare sull’agricoltura italiana. In tali raccomandazioni una particolare attenzione è stata rivolta all’urgenza di analizzare le cause di regressione strutturale dell’agricoltura, tra cui la progressiva riduzione della SAU, e al ruolo centrale che la ricerca scientifica deve svolgere a sostegno dell’innovazione, dello sviluppo tecnologico, della diffusione della conoscenza attraverso istruzione, formazione e aggiornamenti professionali. In particolare l’Accademia dei Georgofili ritiene prioritario che debbano essere attentamente considerate anche le conseguenze che la progressiva riduzione dei redditi agricoli ed il miraggio di un “Paese Globale” in cui gli alimenti possono essere prodotti anche a grandi distanze dai consumatori hanno, e continuano ad avere, sull’evoluzione della SAU e sul destino delle grandi colture agrarie in Italia.
L’evoluzione delle attività agricole in Italia nel decennio 2000-2010 mette in luce una preoccupante contrazione sia della superficie complessivamente coltivata (- 12%) sia di quella destinata alle principali colture erbacee di pieno campo (- 22% per i cereali e - 60% per le colture industriali) ed in molte aree della penisola si è fatto sempre più evidente e preoccupante il fenomeno dell’abbandono delle superfici coltivate che ha raggiunto nel 2010 ben 2 milioni di ettari, di cui quasi 1 milione per i cereali e più di mezzo milione per le colture industriali; nel Centro Italia, poi, è stata registrata la maggiore contrazione delle superfici a seminativo e in Toscana l’andamento delle superfici coltivate supera drammaticamente il trend nazionale: Grosseto, Arezzo e Pisa sono le province in cui la perdita di SAU è stata superiore al 20%. Nel medesimo periodo il trend dei costi dei mezzi tecnici e delle operazioni agricole, insieme all’imprevedibile andamento dei prezzi delle principali colture erbacee pieno campo, sembra aver ulteriormente contribuito alla riduzione delle superfici coltivate.
Ed in questo quadro di riferimento complessivo, la ricerca applicata all’agricoltura, sia dal punto di vista tecnico che sotto il profilo economico ed organizzativo, appare assolutamente di indispensabile supporto per una tempestiva inversione di tendenza che l’agricoltura italiana e europea richiedono. All’agronomia e alle scienze della produzione vegetale moderne, per la loro stessa natura multidisciplinare che trova nella genetica, nella fisiologia vegetale, nella meteorologia, nella chimica e nella microbiologia, ecc, le basi teoriche dello studio e della messa a punto di sempre nuovi sistemi colturali sostenibili in rapporto alle caratteristiche dei luoghi, si richiede, oggi più che mai, di svolgere un importante ruolo propulsivo al fine di incrementare sia la produttività che la redditività dell’agricoltura, nel rispetto consapevole dell’ambiente ed in rapporto con i cambiamenti climatici globali. Pertanto gli agronomi hanno oggi sempre più bisogno di dominare le interazioni tra genotipo (G), ambiente (A), gestione (G) tecnologia (T) e economia (E) in modo da comprendere le componenti biotiche e abiotiche dei sistemi colturali, per rispondere alla domanda di produzione sostenibile post 2013 tramite una scrupolosa combinazione tra GxAxGxTxE; e ciò, per quanto possibile, superando la tradizionale visione “riduzionista” per un approccio più olistico e di sistema che meglio può agire da “trait d’union” tra le diverse competenze delle discipline specialistiche e l’imprenditore agricolo cui spetta in primo luogo il compito di contrastare gli evidenti fenomeni di abbandono.
Per affrontare tali problemi sotto diversi punti di vista la Sezione Centro-Ovest dell’Accademia dei Georgofili e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa hanno ritenuto opportuno organizzare un incontro tecnico-scientifico con il quale proseguire le riflessioni già avviate lo scorso anno a Firenze in merito al futuro prossimo delle grandi colture di pieno campo nella nostra agricoltura.