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Scienza e Tecnologia

Identificati i bifidobatteriofagi: i regolatori dell’omeostasi della microflora intestinale

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bifidobatteriÈ dedicata a una ricerca “targata” Università di Parma la copertina di uno degli ultimi numeri di “Environmental Microbiology”. La prestigiosa rivista scientifica ha infatti pubblicato un lavoro riguardante l’identificazione e caratterizzazione di un nuovo gruppo di batteriofagi, attivi nei confronti dei bifidobatteri, importanti membri del microbiota intestinale umano (http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/1462-2920.13154/full).
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Fegato, una nuova cura contro le malattie autoimmuni

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La colangite biliare primitiva (CBP), malattia autoimmune del fegato, ha una nuova cura. È l’acido obeticolico (OCALIVA), un nuovo farmaco sintetizzato nei laboratori di ricerca dell’Università di Perugia che arriva a 20 anni di distanza dall’introduzione di un precedente farmaco con diverso principio attivo. A dimostrarne l’efficacia, in particolare in quei pazienti che non rispondono in modo significativo alle attuali terapie, è lo studio clinico “A Placebo-Controlled Trial of Obeticholic Acid in Primary Biliary Cholangitis” (DOI 10.1056/NEJMoa1509840), pubblicato sul The New England Journal of Medicine
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Unibo ricerca: uno sguardo al DNA degli italiani. Tra migrazioni, clima, diete e malattie

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DNAUn popolo di santi, poeti e navigatori, certo, ma anche uno dei più ricchi ed eterogenei dal punto di vista del patrimonio genetico, modellato dagli incontri con altre genti e dalle diverse condizioni ambientali esistenti lungo la penisola. Una storia, quella dei geni degli italiani, che è tanto variegata quanto quella della terra che abitano, arricchita dalle migrazioni e segnata dalla geografia.
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E’ nato nei laboratori dell’Università di Perugia il farmaco che cura una malattia autoimmune del fegato

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E’ stato sintetizzato a Perugia, nei laboratori dell’Università, l’acido oboliticolico (OCALIVA), il nuovo farmaco che è in grado di curare la Colangite biliare primitiva (CBP), malattia autoimmune del fegato. L’acido obeticolico è stato sviluppato all’inizio del 2000 dal professor Roberto Pellicciari nell’allora Dipartimento Chimica e tecnologia del farmaco dell’Ateneo di Perugia (oggi Dipartimento di Scienze farmaceutiche) nell’ambito delle ricerche sugli acidi biliari che Pellicciari e il suo gruppo hanno iniziato a partire dai primi anni ’80.
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L’influenza a settembre: identificato all'Università di Parma il primo ceppo di virus influenza A

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Un ceppo di virus influenza di specie A sottotipo H3 è stato rilevato mercoledì 7 settembre, con grande anticipo rispetto al periodo epidemico, da un tampone faringeo appartenente a un bambino di tre anni e cinque mesi, ricoverato dal 3 settembre al Dipartimento Materno-Infantile dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma con febbre alta e compromissione bronchiale. Come riferito dal pediatra, il bambino, nato in Marocco e residente in Libia, era arrivato in Italia il 28 agosto su un gommone dalla Libia, insieme ai genitori, ed era ospitato in un Centro di Accoglienza territoriale. Il bambino, dopo reidratazione e risoluzione della febbre, è stato dimesso il 7 settembre 2016.
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Ricerca Unibo: le due facce di Terzan5, il "fossile" della Via Lattea

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Nell’ammasso stellare Terzan5, situato nella regione centrale della nostra galassia a 19mila anni luce da noi, oltre a stelle antiche di ben 12 miliardi di anni, c’è anche una popolazione di astri più giovani, con un’età stimata di 4,5 miliardi di anni, paragonabile a quella del nostro Sole. La scoperta della presenza di due tipologie distinte di stelle, diverse non solo nella loro composizione chimica, ma anche nell'età, con una differenza di ben 7 miliardi di anni, è stata ottenuta da un team di astronomi guidato da scienziati dell’Università di Bologna e dell’INAF utilizzando il Telescopio Spaziale Hubble e dati raccolti con due tra i più potenti telescopi da terra: il Very Large Telescope (VLT) dell’European Southern Observatory (ESO) e il telescopio Keck sulle isole Hawaii.
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Unibo ricerca: il batterio che annoda (e snoda) il proprio DNA per infettare lo stomaco

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Colonizzare in modo persistente l’ambiente acido dello stomaco dell’uomo senza essere preda della risposta immunitaria dell’ospite non è impresa facile. Ci riesce però molto bene Helicobacter pylori, il batterio responsabile dell’ulcera e del tumore gastrico. A spiegare come ciò sia possibile ci ha pensato una nuova ricerca, condotta nel Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie (FaBiT) dell'Università di Bologna, in collaborazione con l’Università di Parma, che ha permesso di definire un meccanismo essenziale per l’infezione di Helicobacter pylori della mucosa gastrica.
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Per stare in salute ci vuole un fiore (da mangiare)

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fiori commestibiliFiori belli e buoni da mangiare, che al sapore somigliano alla carota o al ravanello e che fanno anche bene alla salute perché ricchissimi di antiossidanti. E’ questo quanto è emerso da uno studio di un gruppo di ricercatori del dipartimento  di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-Ambientali dell'Università di Pisa pubblicato sulla rivista Scientia Horticulturae (www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0304423815303757). La ricerca è partita dal lavoro di tesi di Elisa Bortolotti, autrice dell’articolo insieme ai dottori Stefano Benvenuti e Rita Maggini, e ha preso in esame dodici specie comunemente utilizzate solo come piante ornamentali, dalla viola, alla petunia, alla fucsia.
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Malattie rare, diagnosi precoce e trattamento di patologia immuno-ematologica

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Porta la firma del team guidato da una ricercatrice dell’Università di Firenze il successo del trattamento adottato nei confronti del più giovane paziente diagnosticato con deficit di GATA2 (rara malattia immuno-ematologica) senza altri casi in famiglia. Il lavoro è stato svolto da un gruppo di ricerca del Dipartimento Neurofarba dell’Ateneo fiorentino, in collaborazione con i medici del Dipartimento di Oncoematologia e dell’Unità di trapianto di Midollo Osseo dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze e con i ricercatori dell’Institute of Cellular Medicine, Università di Newcastle (Regno Unito) ed è stato descritto sul “Journal of Allergy and Clinical Immunology” (“Timely follow-up of a GATA2 deficiency patient as predictor of successful treatment” DOI 10.1016/j.jaci.2016.06.004).
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Il cervello elabora i numeri con uno stesso meccanismo condiviso fra percezione e azione

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Come funziona  negli esseri umani il “senso del numero”, la capacità di fare stime rapide della quantità di oggetti in un ambiente e di pianificare e svolgere sequenze di azioni? Un passo avanti nella conoscenza del tema è fornito dalla ricerca pubblicata recentemente sulla rivista eLife da un gruppo di ricercatori del dipartimento Neurofarba dell’Ateneo fiorentino, in collaborazione con l’IRCCS Fondazione Stella Maris, il CNR di Pisa e la University of Western Australia di Perth  (“A shared numerical representation for action and perception” DOI: 10.7554/eLife.16161.001).
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Missione italo-francese sul Monte Bianco recupera la prima carota di ghiaccio da conservare per secoli in Antartide

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ghiaccio carotaUn team italo-francese di glaciologi e ingegneri ha recuperato dal ghiacciaio del Col du Dôme sul Monte Bianco la prima carota di ghiaccio destinata al ‘santuario’ antartico dove sarà conservata per le future generazioni di scienziati. Il campione è stato trasportato in elicottero a Chamonix e da qui andrà ai laboratori di glaciologia e geofisica dell’ambiente dell’Università Grenoble Alpes e del CNRS francese, in attesa di ripartire, nel 2020, per l’Antartide.
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