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Presentata Start Cup Umbria 2013

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Ha preso il via stamani, con la conferenza stampa di presentazione a Palazzo Murena sede del Rettorato dell'Università di Perugia, la Decima edizione del Premio Start Cup Umbria. Ad illustrarlo il professore Loris Nadotti, direttore del premio e presidente di PNICube, il quale ha ricordato che la Start Cup è una competizione tra idee imprenditoriali generate dalla ricerca universitaria, e rappresenta uno degli strumenti con cui l’Ateneo di Perugia sostiene la ricerca e l’innovazione tecnologica finalizzata allo sviluppo economico e diffonde la cultura d’impresa nell’accademia e nei territori di riferimento.
Nelle edizioni precedenti per la Start Cup sono stati messi in palio premi in denaro per un valore complessivo di 175.500 euro, valutati 65 'Business Plan' finalisti e premiate 27 idee di impresa. “Sono stati varati 33 spin off accademici – ha evidenziato Nadotti -, alcuni dei quali, usciti dalla fase di incubazione che dura tre anni, sono diventate imprese in grado di competere sul mercato nazionale ed europeo. Nel 2006 e poi nel 2011 l’Ateneo di Perugia ha ottenuto importanti finanziamenti dal Ministero dello Sviluppo economico da destinare al trasferimento dei progetti dai laboratori universitari alle imprese. Oggi, in presenza della recessione economica che rende problematici gli investimenti in Italia, è fondamentale che le Start Up siano presenti all’estero puntando sull’export nei mercati europei”. Nadotti ha ricordato le principali tappe della Start Cup Umbria 2013: entro il 15 giugno uno o più persone possono iscriversi per partecipare al concorso, purché siano docenti, ricercatori, dipendenti dell’Ateneo, e anche dottorandi, specializzandi, titolari di assegni di ricerca e di borse di studio. Entro la metà di agosto è previsto un corso sulle tematiche inerenti la nascita degli spin-off, al quale parteciperanno gli iscritti al Premio, che entro il 10 settembre dovranno presentare il ‘Business Plan’ che sarà valutato da una giuria composta in prevalenza da operatori di imprese (imprenditori e manager). Le premiazioni, che si svolgeranno entro settembre 2013, prevedono quattromila euro al primo classificato, duemila al secondo e mille e cinquecento al terzo. “E’ possibile – ha concluso il prof. Nadotti – che i premi possano essere aumentati di numero o incrementati di importo, grazie a possibili contributi provenienti da imprese”.

C’è poi la fase nazionale che nel 2012 si è svolta a Bari e quest’anno si terrà in ottobre a Genova, in coincidenza con il Festival della Scienza.

Stamani, insieme alla Start Cup Umbria è stata presentata la manifestazione Creativity Camp 2013, organizzata dall’Agenzia Umbra Ricerche (AUR) e co-finanziata dal Fondo Sociale Europeo. L’ha illustrata la dottoressa Anna Ascani, direttore AUR, la quale ha ricordato  che  l’iniziativa è voluta dalla Regione Umbria al fine di sviluppare e rafforzare, nei giovani tra i 20 e i 35 anni d’età, le capacità imprenditoriali. Il termine di scadenza per partecipare a Creativity Camp è fissato al 19 aprile 2013. Tutte le informazioni in merito sono accessibili nel portale internet della Regione Umbria.

Alla Conferenza stampa sono intervenuti rappresentanti di due società che hanno vinto passate edizioni delle Start Cup Umbria. Il professor Giorgio Minelli, in rappresentanza della società Intgemond S.r.l., ha illustrato

come è nato questo spin-off nel 2009 all’interno del Dipartimento universitario di Scienze della terra operante nel settore degli idrocarburi. Attualmente la società è impegnata su due fronti: la formazione, che garantisce corsi in alcune materie professionalizzanti e le consulenze esterne. “Si è sviluppato un’importante collaborazione con l’Eni per la quale il Dipartimento universitario gestisce 3 corsi semestrali per dipendenti Eni, italiani e stranieri. Grazie allo sviluppo di questo progetto l’Ateneo di Perugia è stato scelto, in competizione con altre cinque Università italiane, per istituire il Corso di laurea, unico in Italia, in materia di Idrocarburi. Un altro aspetto positivo è quello occupazionale: grazie a questo spin-off viene garantito lavoro a dieci addetti, tra cui sei dottorandi”.

Il dottor Roberto Spogli ha portato l’esperienza della Prolabin & Tefarm S.r.l., presentata alla Start Cup 2007 per iniziativa della cattedra di Chimica della Facoltà di Farmacia e è operativa dal 2008. “La nostra società ha terminato il periodo di incubazione – ha ricordato il dottor Spogli – ed è uscita anche fisicamente dall’Università, andando ad operare in una sede esterna. Tra gli aspetti positivi è che questa impresa, operante nel settore della manifattura farmaceutica e dei cosmetici, è partner di due importanti progetti europei.  

La start up perugina ‘Biosansa’ premiata come modello d’impresa eco-sostenibile

Il progetto ‘Biosansa’, nato nell’ambito della Start Cup 2012 dell’Università di Perugia e presentato dal prof. Primo Proietti del Corso di Laurea in Scienze agrarie insieme al dottor Michele Chiodi, giovane agronomo ed esperto di agricoltura sostenibile, ha ottenuto di recente un ambito riconoscimento.

Il dottor Chiodi, promotore dell’idea d’impresa, ha presentato il progetto alla Confindustria di Teramo ed è risultato vincitore del premio Whiteinformation per l’innovazione.  L’idea è stata premiata dal presidente dei Giovani di Confindustria Teramo Luca Verdecchia e da Rocco Micucci, presidente della Finanzia regionale Abruzzese (Fira).

Il progetto Biosansa riguarda una tecnologia economica, efficiente e a basso impatto ambientale, che risolve il problema dello smaltimento della sansa e rappresenta un ottimo eco-combustibile per caldaie da riscaldamento. Come noto, la sansa è lo scarto di lavorazione dell’olio di oliva che per le aziende produttrici nella stragrande maggioranza dei casi costituisce un rifiuto, di cui per liberarsi sono costrette anche a pagare.

Al giovane imprenditore Michele Chiodi, cresciuto all’interno del frantoio di famiglia, Oleificio Chiodi in provincia di Teramo, è venuta in mente un’idea innovativa per affrontare il problema dello smaltimento della sansa. “Facendo tesoro del mio lavoro nel frantoio – racconta Chiodi – e con alle spalle una laurea in Scienze agrarie conseguita all’Università di Perugia, sotto la guida del professor Primo Proietti, ho messo a punto una nuova tecnologia che ho battezzato Biosansa”. In pratica si tratta di una macchina capace di trattare la sansa in maniera tale da fornirgli delle caratteristiche assolutamente originali. “Attualmente – spiega il giovane imprenditore – la sansa viene raccolta dai sansifici che ne estraggono l’olio residuo e poi utilizzano lo scarto finale come bio-combustibile solido. Il mio progetto va ad incidere proprio su questa fase finale, riuscendo ad ottenere delle qualità nettamente superiori. La Biosansa ha innanzitutto un potere calorifico superiore, non emana cattivi odori, visto che sono assenti i fumi dei solventi che i sansifici utilizzano per estrarre l’olio residuo, e  genera meno polvere”.

Queste caratteristiche fanno sì che la Biosansa possa essere tranquillamente stoccata nelle case. Senza contare che dotandosi del macchinario ideato da Chiodi, i frantoi, singoli o in gruppi, potrebbero risolvere in casa il problema dello smaltimento della sansa, producendo un bio-combustibile di altissima qualità da rivendere. “ Il tutto – precisa l’imprenditore teramano – grazie ad un processo tecnologico che in pratica riduce notevolmente l’umidità presente nel bio-combustibile finale. Attualmente, con i trattamenti dei sansifici siamo intorno al 50%, mentre con la mia macchina si arriva al 15%. Inoltre, le polveri che si producono nella fase di essiccazione non vengono rilasciate, ma captate e aggiunte al biocombustibile. Questa procedura riduce le emissioni nell’aria e aumenta la produzione di calore all’interno delle caldaie”. Insomma, ci sono le premesse affinché la Biosansa possa diventare il bio-combustibile ecologico del futuro. “Potrà essere utilizzato sia per caldaie familiari che riscaldano e producono acqua calda – sottolinea  Chiodi –, sia per strutture imprenditoriali tipo palestre, panifici e vivai, luoghi che notoriamente hanno bisogno di produrre notevoli quantità di energia calorifica”.

Tra l’altro Chiodi ha già ottenuto positivi riscontri commerciali. Con un prototipo della sua macchina ha prodotto Biosansa e l’ha venduta a prezzi concorrenziali a clienti privati e a imprese. “Ben il 90% degli utilizzatori alla fine della sperimentazione – sottolinea l’imprenditore - si è detto favorevole ad un futuro utilizzo della Biosansa”.

Probabilmente a breve, insieme a suo fratello, Michele Chiodi darà vita ad una società, forse una s.r.l con sede a Teramo, allo scopo di commercializzare la Biosansa in tutta Italia. Nei suoi programmi, infatti, c’è l’idea di creare partnership con chiunque voglia investire in questa idea per andare a costituire ramificazioni della nuova società soprattutto nelle Regioni da sempre votate alla produzione di olio: dalla Toscana alla Liguria, dalla Puglia all’Umbria.

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