Classifica Censis-Repubblica: l'Alma Mater ancora prima
“Un risultato tanto gratificante quanto significativo per l'Università di Bologna – commenta il Rettore Ivano Dionigi - se si considerano la complessità dovuta alla sua forma multicampus e il drastico e reiterato taglio dei finanziamenti abbinato al mancato aumento dei contributi studenteschi per il quarto anno consecutivo”. Il miglioramento della performance dell’Ateneo (il punteggio complessivo è passato da 91,5 a 93,7) è avvenuto in concomitanza al radicale riassetto dell'Ateneo: riduzione dei Dipartimenti da 72 a 33 e delle Facoltà da 23 a 11 Scuole. Tra i fattori di successo va segnalato l'incremento dei corsi internazionali (39, di cui 19 integralmente in lingua inglese) e delle lauree magistrali (120), rispetto alle lauree triennali che sono 89.
“A fronte di un tale risultato – prosegue Dionigi - il ringraziamento va indirizzato ai colleghi e al personale tecnico-amministrativo che, in presenza di stipendi bloccati e di organici ridotti, si sono spesi con generosità e professionalità nel campo della didattica, che non prevede riconoscimenti ne' economici ne' di carriera, ma avendo come fine il bene degli studenti: una bella dimostrazione di etica personale e pubblica. La nostra sfida è non solo accademica e culturale ma anche civile e morale: rendere bravi i moltissimi, curando il duplice binario del diritto allo studio, quello del merito e quello del bisogno, esattamente come recita l'art. 34 della Costituzione”.
“Ora – conclude il rettore dell’Alma Mater - è il momento che il merito venga riconosciuto dal Governo con gli adeguati e promessi finanziamenti e che la politica, spesso indifferente o addirittura ostile all'università, faccia il suo dovere riconoscendo che il destino del Paese è nelle mani e nelle menti dei giovani che si stanno formando negli atenei”.