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Ambito riconoscimento a progetto di ricerca dell’Ateneo perugino

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Il progetto dell’Università di Perugia “Bio-Compost” presentato al concorso “Linfas, le Idee nuove fanno Agricoltura Sostenibile”, organizzato a Milano dalla Fondazione Italiana Accenture, ha ottenuto una menzione speciale, importante riconoscimento secondo solo al progetto vincitore, che è dell’Università di Milano, e in diretta competizione con altri settanta progetti presentati da atenei di tutta Italia.
La cerimonia di assegnazione si è svolta nel capoluogo lombardo, martedì 5 novembre 2013 e il progetto dell’Ateneo perugino si è classificato secondo in graduatoria ed è stato insignito della menzione speciale assegnata dalla Giuria, che era composta da Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione Univerde e già ministro dell’Agricoltura e dell’Ambiente, Giuseppe Betoni, direttore dell’Istituto di Zootecnica nella facoltà di Agraria dell’Università Cattolica di Piacenza e Claudia Sorlini, ordinario di Microbiologia agraria nella facoltà di Agraria della Statale di Milano.

‘Bio-compost, il compostaggio dei sottoprodotti della filiera agricola: da problema a risorsa’ è un progetto messo a punto da un gruppo di ricerca dell’Ateneo di Perugia, che opera nel Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali (DSAA), composto da Luca Regni (Capofila), Primo Proietti, Luigi Nasini, Luana Ilarioni, con il coinvolgimento di un’azienda agricola e florovivaistica.
 
Il progetto, in un’ottica di sviluppo sostenibile, mira alla riduzione di input energetici (connessi ai sistemi di smaltimento convenzionali), chimici (fertilizzanti) e di risorse non rinnovabili (torba), attraverso la sottrazione di sottoprodotti delle filiere agroalimentari (reflui oleari, raspi, potature, paglia, ecc.) dai costosi e impattanti sistemi di smaltimento convenzionali, per reinserirli nel ciclo produttivo, trasformandoli in una risorsa (compost) in grado di ridurre l’impatto ambientale dei processi produttivi, anche chiudendo il ciclo del carbonio all’interno dell’azienda, e di generare reddito nelle aziende che li hanno prodotti, in un’ottica di filiera corta. A tal fine, il progetto prevede l'introduzione di innovazioni tecnologiche e di processo, implementando un prototipo di biocomposter, di semplice ed economica realizzazione, messo a punto dal DSAA, per semplificare, accelerare e facilitare il compostaggio su scala aziendale e per ottenere compost di qualità, idonei anche per il vivaismo (in sostituzione della torba) e per coltivazioni biologiche. L’ottimizzazione del processo (identificazione delle miscele di matrici ottimali, riduzione dei tempi, razionalizzazione degli spazi, efficiente controllo dei parametri, ecc.) consentirà di ottenere compost con alto valore fertilizzante/ammendante, repressivo nei confronti di patogeni delle piante, di facile ottenimento ed economico. Il progetto creerà una nuova figura professionale (esperto in gestione e riutilizzo dei sottoprodotti) con funzioni polivalenti orientate alla produzione e alla sua sostenibilità e che potrà facilmente trasferire le innovazioni alle aziende interessate.

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