Da serbatoio a laboratorio, a Milano rinasce la Torre “Breda” restaurata dall’Università Bicocca
La struttura, tra le poche superstiti del passato produttivo di questa area urbana, è caduta in disuso con la conversione dell’area industriale Breda-Pirelli al settore terziario e a polo della conoscenza. Nel 2003 è stata concessa in uso all’Università di Milano-Bicocca diventando uno degli edifici del Campus Bicocca col nome di U36.
La torre e l'area circostante sono stati da subito utilizzati dall’Ateneo come “laboratorio all'aperto” per le prove ed i rilievi sulla qualità dell'aria e del rumore condotte dal Dipartimento di Scienze dell'Ambiente e del Territorio e di Scienze della Terra. Nella torre restaurata, in quello che era il serbatoio di acqua sulla sommità, il laboratorio di Chimica dell’Atmosfera installerà una stazione meteorologica completa, mentre proseguiranno nella parte esterna i rilievi della centralina di registrazione del rumore, alimentata a celle fotovoltaiche, installata dal laboratorio di Acustica Ambientale.
L’edificio di due piani accanto alla Torre conteneva nel seminterrato le pompe, le valvole e le condotte di connessione con l’acquedotto cittadino e al primo piano l’abitazione del custode. L’edificio fu realizzato certamente ispirandosi alla vicina Bicocca degli Arcimboldi, che in quegli anni fu restaurata per mano degli architetti Beltrami e Annoni, e quindi allo stile quattrocentesco lombardo. Nei prossimi mesi partirà anche il restauro di questo edificio per il quale l’area Risorse Immobiliari e Strumentali sta predisponendo il progetto. Tra le nuove funzioni è prevista la realizzazione di un’aula da 72 posti al piano seminterrato, di una sala multifunzionale al primo piano.
La prima fase del restauro della Torre è durata circa un anno e i lavori – che hanno riguardato il rifacimento della copertura, degli intonaci, dei serramenti e il recupero del serbatoio sulla sommità – sono costati circa 170.000 euro.
«Il restauro della Torre “Breda” – dice il rettore Cristina Messa – restituisce a Milano uno degli edifici simbolo dell’epoca di sviluppo industriale che si salda, in una continuità ideale, con gli attuali orizzonti della città fatti di conoscenza e innovazione. Sarà un edificio “vivo” che ospiterà attività di ricerca sulla qualità dell’ambiente urbano e che, una volta completato, ospiterà anche attività culturali aperte ai cittadini».