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Aperto l'Anno Accademico Università Statale di Milano, 90° dalla Fondazione

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Si è svolta questa mattina nell’Aula Magna di via Festa del Perdono la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2013-2014, il novantesimo dalla fondazione dell’ateneo milanese, inaugurato l’8 dicembre 1924. Foltissimo il pubblico presente, per un’occasione per più aspetti “speciale”, che ha segnato il ritorno della tradizionale cerimonia di apertura dell’anno accademico dopo molti anni. Scelta profondamente sentita dal Rettore Vago, la decisione di tornare alla cerimonia in Aula Magna inaugura anche simbolicamente l’avvio di un nuovo corso per la Statale, nel segno di un rinnovato e più nutrito dialogo dell’Ateneo con l’esterno.
La maggiore apertura dell’Ateneo alla città, il valore sociale e pubblico, oltre che scientifico e culturale, della ricerca e della formazione, sono stati i temi ricorrenti nel discorso del Rettore, che ha indicato nella “funzione civile della trasmissione dei saperi e delle conoscenze ciò che è, e sarà sempre, l’elemento distintivo dell'Università".

E nell’identità di un’Università pronta a cogliere i temi e le sfide emergenti dalla società che la circonda, attiva nel confronto sulle idee, saldamente ancorata ai princìpi e ai valori che devono dirigere il progredire della conoscenza, ha trovato la propria naturale collocazione il momento centrale della giornata: la laurea honoris causa conferita a Silvio Garattini.

Fondatore e direttore da oltre 50 anni dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche ‘Mario Negri’, Garattini ha ricevuto dalle mani del Rettore Vago la laurea magistrale ad honorem in Chimica e Tecnologia farmaceutiche “Per aver contribuito allo sviluppo delle conoscenze farmacologiche e delle loro applicazioni alla prevenzione, diagnosi e cura delle malattie, fondando e dirigendo l’Istituto di Ricerche Farmacologiche ‘Mario Negri’, uno dei più prestigiosi Enti di Ricerca mondiali, e per aver rappresentato con rigore e passione, nel corso della sua lunga attività professionale, le ragioni e la funzione civile e sociale della scienza”.

“Considero questa laurea ad honorem – ha commentato Garattini - non ‘un premio alla carriera’, ma uno stimolo a impegnarmi ancora di più nella difesa delle regole che si è data l’intera comunità scientifica, e non solo quella impegnata nella ricerca biomedica. Assistiamo, purtroppo e soprattutto nel nostro Paese, a diversi tentativi di mettere in discussione il metodo su cui si fonda l’avanzamento delle conoscenze scientifiche a  livello mondiale. Questo non possiamo e dobbiamo permetterlo. In gioco c’è il futuro del Paese, a partire da quello delle giovani generazioni che in questo Ateneo si stanno formando e che con il resto del mondo devono poter continuare a confrontarsi”.

Nei discorsi del Rettore Vago e del Direttore generale Bruno Quarta, molti i cenni alle novità che si annunciano per l’immediato futuro dell’Ateneo: dai maggiori investimenti per il recupero di nuovi spazi per gli studenti e per lo sviluppo della loro fruibilità (va in questa direzione l’apertura delle biblioteche 7 giorni su 7 anche nelle ore serali),  alla revisione dell’offerta formativa nell’ottica della razionalizzazione, del miglioramento qualitativo e dell’incremento delle proposte internazionali (saranno complessivamente 7 le magistrali erogate interamente in lingua inglese), al nuovo programma di borse per gli studenti, italiani e stranieri, che frequenteranno i corsi che prevedono il rilascio di doppio titolo. Maggiori investimenti sono stati finalizzati anche al diritto allo studio, con la riformulazione del sistema di tassazione per favorire le fasce deboli, già avviato e che ha comportato un investimento complessivo di vari milioni di euro, e lo stanziamento di 100 nuove borse di studio, per un totale di 420 borse per 2 milioni e mezzo di impegno finanziario solo per quest’anno. Per l’ambito della ricerca scientifica è stato avviato un piano per sviluppare ulteriormente il potenziale dell’ateneo soprattutto nella competizione internazionale, anche rafforzando i servizi di supporto per la partecipazione ai bandi europei.

Relativamente giovane rispetto ad altre realtà universitarie italiane, sebbene nata sulla scia di alcune tra le più antiche e prestigiose istituzioni scientifiche e culturali del Paese, la Statale di Milano è divenuta in novant’anni uno dei più grandi atenei italiani e tra i primi in Europa per l’alto livello della ricerca scientifica che vi si svolge. La sua imponente crescita a partire dagli anni Sessanta, con le numerose nuove iniziative di formazione e ricerca gemmate dallo sviluppo delle proprie sedi (basti pensare alle Università di Bicocca, dell’Insubria, ma anche, in precedenza, al primo nucleo del San Raffaele) ha contribuito a fare della Lombardia un polo di eccellenza in Italia e in Europa per lo sviluppo della cultura, della tecnologia e dell’innovazione.

Oggi la Statale conta circa 60mila iscritti, 2100 tra docenti e ricercatori, 31 dipartimenti, oltre 100 corsi di studio tra primo e secondo livello, 31 corsi di dottorato e 67 scuole di specializzazione. E’ l’unica Università italiana inclusa nella LERU, la Lega delle Università di Ricerca Europee.

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