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Scegliere l’Università, quando a decidere sono i genitori

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Non percepiscono i figli come autonomi, pensano siano troppo impegnati per potersi informare direttamente sul percorso universitario da scegliere, ma soprattutto non si fidano dei ragazzi e delle loro scelte. È quanto emerge dalla ricerca “Essere genitori oggi”, condotta dall’Università di Milano-Bicocca in collaborazione con le Università di Padova, Sassari e Pavia, che analizza i questionari online inviati via e-mail a studenti e genitori, mettendo in evidenza quanto la soddisfazione di vita dei genitori e il loro grado di ottimismo e fiducia nel futuro influiscano sulla progettualità scolastica e professionale dei figli più delle condizioni socio-economiche.
Se l’incoraggiamento si trasforma in pressanti richieste di successo, se si costruiscono barriere rispetto alle aspirazioni dei figli e se il genitore si concentra solo su alcune alternative ritenute accettabili, possono esserci effetti negativi sullo sviluppo psicosociale e cognitivo dei figli, sui loro successi accademici e sulla carriera futura. Al contrario, gli effetti sono positivi quando il genitore è propositivo e favorisce la self-efficacy.

Dall’analisi delle e-mail analizzate è emerso che i corsi maggiormente nominati dai genitori sono Economia e Medicina. «Le famiglie – spiega Elisabetta Camussi, coordinatrice scientifica della ricerca - sono alla costante ricerca di informazioni e conferme sui corsi di laurea che diano ‘tutte le garanzie”. Non a caso nominano più frequentemente i corsi come Medicina e Economia, che, seppur investititi come gli altri dalle criticità del mercato del lavoro, restano nell’immaginario professioni “solide”. E si informano con un tale coinvolgimento da rendere talora complicato distinguere i loro desideri da quelli dei figli». In generale, è emerso che a causa della crisi economica i genitori investono sui figli cercando soluzioni che garantiscano sicurezze lavorative ed economiche. Fotografia che spiega il calo del 23 per cento degli immatricolati registrato dalle università italiane, tra il 2003 al 2014.

Ma come si informano i genitori sul percorso universitario più adatto ai propri figli? Sempre secondo i dati della ricerca, emerge che i genitori scrivono e-mail, telefonano e si presentano agli sportelli di Orientamento. All’Open day d’Ateneo dello scorso 4 dicembre, il 5 per cento degli studenti è arrivato accompagnato dai genitori, mentre le richieste di informazioni telefoniche al servizio “Consulenza psicosociale per l’orientamento” (Rete di Orientamento) sono state fatte per il 15 per cento dalla famiglia dello studente.

Per riflettere sul miglior ruolo che devono avere i genitori quando i figli scelgono il corso di laurea, l’Ateneo, il 28 febbraio, organizza “Se il futuro non è più quello di una volta: il ruolo dei genitori quando i figli si iscrivono all'università”, la quarta edizione dell’iniziativa di orientamento interamente dedicata ai genitori (Edificio U12, Auditorium “Martinotti”, via Vizzola 5, ore 10), ideata e lanciata nel 2012, per la prima volta in Italia, dall’Università di Milano-Bicocca.

«Molti genitori ci chiedono come si faccia a fare ‘la scelta giusta’ – continua Elisabetta Camussi -, quella cioè che darà ai figli le maggiori garanzie di successo: è una richiesta legittima, ma alla quale è impossibile dare una risposta. Si tratta invece di aiutare i ragazzi a individuare di volta in volta la scelta “buona per sé’’, nella consapevolezza che non necessariamente sarà quella definitiva, né probabilmente l’unica. Ed è qui che emerge l’importanza di lavorare, anche in ambito scolastico, a rafforzare le competenze trasversali come la creatività, la progettualità, il pensiero critico, la capacità di costruire relazioni, la resilienza».

Nel corso della giornata dedicata alle famiglie, esperti e docenti dell’Ateneo, impegnati da anni nei servizi di Orientamento, affronteranno il tema dal punto di vista dei genitori, perché possano partecipare in un modo più consapevole alle scelte dei propri figli.

«L’Università di Milano-Bicocca sta investendo molto sul tema dell’orientamento, e in molte direzioni – spiega Loredana Garlati, prorettore all’Orientamento e alle attività di Job Placement -, non solo attività e servizi per chi vuole iscriversi ad un corso di studi, ma anche iniziative per supportare gli studenti durante il loro percorso di studi e aiutare i laureati al momento dell’inserimento nel mercato del lavoro. In un momento di difficoltà come quello attuale, caratterizzato da una crisi economica e da una perdita di fiducia nel futuro, non solo i ragazzi sentono il bisogno di punti di riferimento, ma anche i genitori sembrano avere bisogno di certezze. Per questo il nostro Ateneo intende dialogare con loro, perché siano sì orientatori consapevoli e responsabili nei processi decisionali dei ragazzi, ma senza divenirne gli esclusivi attori».

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