Il contributo dell'Università di Pisa per la sicurezza della centrale nucleare argentina di Atucha-2
All'iniziativa sono intervenuti il rettore Massimo Augello, il direttore generale Riccardo Grasso e il professor Francesco D'Auria, coordinatore pisano del Gruppo di ricerca nucleare di San Piero a Grado, per l'Ateneo; il presidente della NA-SA, José Luis Antúnez, che ha parlato in videoconferenza, e il responsabile del settore internazionale, Javier Farias, oltre al responsabile della sicurezza delle centrali nucleari in Argentina, Oscar Mazzantini.
La cooperazione con la società argentina è iniziata nel 2007, quando gli studiosi pisani sono stati invitati a effettuare ricerche e analisi finalizzate a ottimizzare i sistemi di sicurezza dell'impianto nucleare di Atucha-2, un sito posto a cento chilometri da Buenos Aires in cui si stava costruendo un reattore con una potenza elettrica pari a circa 800 Megawatt, dal costo di tre miliardi di euro, entrato effettivamente in funzione nel 2014 e da quest'anno attivo a piena potenza. Nel 2011 sono stati sottoscritti accordi ufficiali tra l'allora ministro degli esteri, Franco Frattini, e le autorità argentine per definire il contributo dell'Università di Pisa. In sette anni il progetto è stato finanziato con svariati milioni di euro e ha coinvolto una cinquantina di studiosi ed esperti di varie nazionalità, molti dei quali provenienti dal Gruppo di ricerca nucleare di San Piero a Grado.
"Lo scopo della giornata odierna - ha detto il professor D'Auria - è stato quello di sottolineare i risultati tecnologici del progetto, le metodologie di lavoro adottate e i diversi aspetti che hanno determinato l'ottimo risultato finale, tutti elementi che possono servire come premessa per possibili e auspicabili ulteriori cooperazioni".
"Questa importante collaborazione - ha concluso il rettore Augello - testimonia la vitalità e il prestigio internazionale del settore dell'Ingegneria nucleare dell'Ateneo, che da diversi decenni è all'avanguardia sui temi legati alla sicurezza degli impianti nucleari, che sono assai delicati e di grande impatto pubblico".