Università di Milano-Bicocca, gli open data migliorano la qualità della didattica
quando i risultati del questionario non erano online, a 2.24, 2.32 e 2.12 del 2013/2014 e a 2.26, 2.36 e 2.17 della rilevazione per l’anno accademico 2014/2015 (la scala di valutazione va da un minimo di 0, molto negativo, a un massimo di 3, molto positivo). La crescita dal 2012/2013 è quindi stata di 0.09 punti per l’efficacia didattica, 0.11 punti per gli aspetti organizzativi, e 0.11 punti per la soddisfazione complessiva. Il risultato è ancora più significativo se si considera che il numero di questionari su cui i valori sono stati valutati è cresciuto: da 69.162 nel 2012/13, a 89.528 nel 2013/14 per arrivare ai 138.081 nel 2014/15.
«I dati della rilevazione – dice Paolo Cherubini, prorettore vicario e alla didattica dell’Università di Milano-Bicocca – registrano un significativo miglioramento medio della qualità della didattica. Dal punto di vista statistico, al crescere del campione si dovrebbe osservare una “regressione verso la media”, cioè verso 1.5. Il trend inverso, con spostamento verso il valore estremo 3, è quindi un indicatore particolarmente robusto di mutate condizioni effettive. Credo che questo risultato sia molto connesso all’effetto di responsabilizzazione tipico delle organizzazioni che si fondano sulla trasparenza e sulla capacità di rendere noto al pubblico ciò che si fa. È il principio dell’accountability sul quale si basa la filosofia degli open data».
Parallelamente ai punteggi nelle opinioni degli studenti sulla didattica, è aumentato anche l’interesse dei docenti a essere valutati.
«Se all’inizio – continua Cherubini – c’era qualche perplessità da parte dei colleghi soprattutto sul fatto che le valutazioni potessero essere interpretate come una “gogna”, oggi i professori fanno pressioni perché i dati che li riguardano vengano pubblicati il più velocemente possibile mostrando un forte interesse a essere valutati».
Il sistema prevede due sole possibilità di non pubblicazione dei questionari: motivi tecnici (il numero di questionari valutati è inferiore a 6, quindi il campione non è significativo), gli esiti ottenuti non sono attendibili a causa di errori procedurali. Tuttavia, i docenti possono rifiutare la pubblicazione della propria valutazione. Nell’anno accademico 2014/2015 quelli che lo hanno fatto sono stati 4 su 880.
Nello stesso spirito, l’Ateneo ha reso accessibili a tutti i docenti anche i dati sui carichi didattici di ciascuno.
«Rendendo visibili a tutti i docenti che lo richiedono i dati sull’impegno didattico di professori e ricercatori – dice ancora Cherubini – otteniamo una più equa distribuzione dei carichi didattici e questo, ancora una volta, va a beneficio di tutta l’organizzazione».
Come funziona la rilevazione delle opinioni degli studenti
Sono stati valutati gli insegnamenti frontali che rilasciano almeno 3 Crediti Formativi Universitari, appartenenti a tutte le aree disciplinari.
Le domande proposte agli studenti, tramite la piattaforma “Segreterie Online”, si basano sui questionari A.V.A. (Autovalutazione, Valutazione periodica, Accreditamento) che permettono di valutare l'efficacia della didattica, gli aspetti logistico-organizzativi, la soddisfazione complessiva.
I punteggi assegnati, da 0 a 3, rappresentano il giudizio medio espresso dagli studenti. L'Ateneo valuta “Bassi” i punteggi fino a 1, “Intermedi” i punteggi tra 1 e 2, “Alti” i punteggi superiori a 2. Gli esiti sono disponibili e confrontabili a più livelli: ateneo, dipartimento, corso di studio, docente.
I questionari raccolti e valutati per la rilevazione dell’anno accademico 2014/2015 sono stati oltre 138 mila e hanno riguardato tutti gli insegnamenti, cioè le singole materie, nei quali si articola l’offerta didattica dell’Università di Milano-Bicocca (66 corsi tra lauree, lauree magistrali e magistrali a ciclo unico). Il sito sulla valutazione della didattica si può consultare all’indirizzo opinionistudenti.unimib.it.