Univ. di Udine - Energia pulita e cooperazione allo sviluppo, missione in Camerun
Il team dell’Università di Udine, coordinato da Alessandro Peressotti, sarà impegnato in un corso di formazione sulla produzione e l’utilizzo dei bruciatori pirolitici (anche per grandi strutture come ospedali e mense scolastiche) e un corso di pre-trattamento delle biomasse per renderle utilizzabili come combustibile per alimentare il bruciatore pirolitico. Sono inoltre previsti incontri con il ministro dell’Agricoltura camerunense e rappresentanti istituzionali per presentare i positivi risultati del progetto e favorire la sostenibilità delle attività nel lungo periodo.
L’ateneo ha già formato 108 studenti che hanno seguito in teleconferenza un corso per imparare a costruire e utilizzare i bruciatori pirolitici per uso domestico. «In questo modo – sottolinea Peressotti –, ogni studente è, di fatto, un futuro artigiano». Le stufe costruite verranno distribuite alle famiglie delle due cooperative attive nel villaggio di Ekona, dove è presente un importante impianto per la produzione di olio di palma. I suoi residui, infatti, attualmente trattati come rifiuti, possono essere invece valorizzati e utilizzati come combustibile per alimentare la stufa pirolitica. In questo modo si evita l’utilizzo di biomasse legnose e si riduce la deforestazione.
«Le attività previste e la collaborazione con “Donne Africa Onlus” – spiega Peressotti – procedono alacremente e con ottimi risultati. Alla luce della nostra esperienza il progetto portato avanti dall’associazione in Camerun si sta dimostrando di grande efficacia e sta realizzando attività di notevole riguardo che, con grande probabilità, verranno portate avanti anche in seguito alla fine del periodo di progettazione co-finanziato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia».
Il gruppo di ricerca guidato da Alessandro Peressotti ha un’esperienza pluriennale nell’ambito di progetti di cooperazione scientifica e tecnologica in Africa nel quadro dei programmi di cooperazione finanziati dall’Unione Europea e dall’African, Caribbean and Pacific Group of States (ACP). Il primo progetto, “BeBi” (www.bebiproject.org), ha sviluppato il bruciatore pirolitico “Elsa” promuovendo il suo utilizzo in Ghana, Togo e Sierra Leone. Con il secondo progetto, “Biochar Plus” (https://sites.google.com/site/biocharplusproject/home), la conoscenza della pirolisi e della filiera del carbone vegetale (biochar) è stata disseminata anche nelle isole di Capo Verde, in Etiopia, Gambia, Ghana, Kenya, Senegal, Sierra Leone, Togo, Zimbabwe. In particolare, in Kenya, lo scorso 1° marzo, è stata lanciata l’“African Biochar Partnership” con il benestare dell’Unione africana e la partecipazione di scienziati e delegati politici di tutto il mondo.