http://scrineum.unipv.it/rivista/9-2012/pani.pdf), è opera di Laura Pani, docente di paleografia del Dipartimento di studi umanistici dell’Università di Udine.
Finora era noto che l’Historia Langobardorum fu una delle fonti di Boccaccio, per diverse delle sue opere latine e per lo stesso Decameron, e che egli possedette un volume con le opere di Paolo Diacono e di Orosio. Ora, grazie alla scoperta, questo volume facente parte della biblioteca di Boccaccio - confluita dopo la sua morte nel convento fiorentino di S. Spirito - è stato virtualmente ricomposto.
Il manoscritto «di fattura accurata ma modesta, di dimensioni contenute e privo, apparentemente, di elementi attrattivi, è – spiega Pani –, un membrum disiectum, ossia uno spezzone, di un autografo boccacciano già noto e già a sua volta diviso in due parti, conservato alla biblioteca Riccardiana di Firenze». Con la scoperta che anche Harley 5383 è di mano del Boccaccio, si ricompone definitivamente quel manuale di storia antica, romana e medievale che si sapeva essere appartenuto al Boccaccio e da lui stesso copiato.
Oscure rimangono le circostanze in cui il volume fu smembrato, «molto probabilmente – continua Pani – in età moderna, durante la dispersione massiccia delle biblioteche conventuali». Comperato nella prima metà del Settecento dai conti londinesi Harley al prezzo, modesto anche per quell’epoca, di una sterlina e 9 pence, Harley 5383 passò poi nelle raccolte del British Museum, dove per quasi 4 secoli è rimasto pressoché ignorato dagli studiosi, custodendo così, fino a oggi, il prezioso segreto di essere un autografo di Giovanni Boccaccio.
Ulteriore motivo di interesse del manoscritto londinese «è la presenza – dice Pani – di una nota marginale di Boccaccio, accanto al passo dell’Historia Langobardorum in cui è descritta l’epidemia di peste del VI secolo: in questa nota, Boccaccio segnala una “simillima pestis” avvenuta a Firenze “e quasi in tutto il mondo” nel 1348». Dunque, «si tratta di un riferimento evidente – aggiunge Pani – al vivido ricordo della peste nera e all’ispirazione che da questa e dal brano di Paolo Diacono Boccaccio avrebbe tratto proprio per l’introduzione del Decameron».
La scoperta realizzata da Laura Pani è stata resa possibile grazie alle sue ricerche avviate da quasi vent’anni, in massima parte ancora inedite, sulla tradizione manoscritta dell’Historia Langobardorum di Paolo Diacono. In particolare, è avvenuta durante alcuni studi in vista del convegno “Giovanni Boccaccio: tradizione delle opere, interpretazione e fortuna” con il quale a Udine si celebrerà nel 2013 il 7° centenario della nascita dell’autore del Decameron. «Sono ancora molti gli altri aspetti su cui indagare, dal modello da cui Boccaccio copiò al fatto che non lo copiò fedelmente ma omise alcuni capitoli e ne rielaborò altri, oltre alle altre sue postille marginali: tutti questi aspetti – annuncia Pani - saranno trattati nel prossimo maggio nel convegno dedicato a Boccaccio, organizzato da Claudio Griggio, docente di letteratura italiana dell’ateneo di Udine».
Riguardo all’attività di copista del Boccaccio, «si sa – spiega Pani -, come testimonia in particolare il suo biografo quattrocentesco Giannozzo Manetti, che essendo troppo povero per ingaggiare copisti di professione o per comprarsi i libri, Boccaccio copiava i libri da sé. Pertanto, è nota l’esistenza di diversi manoscritti autografi di Boccaccio (almeno una ventina), conservati perlopiù in biblioteche italiane». L’ultima scoperta di un autografo boccacciano, una copia degli Epigrammi di Marziale conservata presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano, risale al 2006. «Quella degli autografi boccacciani – conclude Pani – è, dunque, una storia che non smette di riservare sorprese».
Con la scoperta di Harley 5383, il manuale di storia appartenuto al Boccaccio e da lui stesso copiato risulta, ora, così composto: Firenze, Biblioteca Riccardiana, ms. 627 (Orosio, Historiae adversus paganos, con la prosecuzione tratta dall’Historia romana di Paolo Diacono) + Londra, British Library, ms. Harley 5383 (Paolo Diacono, Historia Langobardorum) + Firenze, Biblioteca Riccardiana, ms. 2795VI (parte finale dell’Historia Langobardorum + Pasquale Romano, Epistola de origine civitatis Aretii).
Il manoscritto Harley 5383, conservato alla British Library di Londra e contenente una quasi completa copia del XIV secolo dell’Historia Langobardorum di Paolo Diacono, è stato vergato dalla mano di Giovanni Boccaccio. La straordinaria scoperta, segnalata nell’articolo appena pubblicato sulla rivista scientifica on line ‘Scrineum-Rivista’ (