Castelnuovo del Friuli, pubblicata la Mappa catastale del 1822: viaggio fra storia e memoria del territorio
La mappa del Catasto terreni del Comune di Castelnuovo (1822)” presenta le emergenze della mappa redatta nel 1822 dall’Ufficio dell’Imperial Regio Giunta del Censimento, ufficio con sede a Milano, cui era affidata allora la direzione dei lavori di accatastamento dei territori del Regno Lombardo-Veneto. La pubblicazione è parte della collana Pagine dell’Ecomuseo delle Dolomiti Friulane “Lis Aganis”, per la quale nel 2011 Anna Frangipane ha pubblicato “Il territorio costruito di Castelnovo del Friuli nel primo ‘800. Un percorso di lettura attraverso i primi documenti catastali”, Olmis Editore, Osoppo (Ud).
La Mappa (la cui copia è conservata dall’Archivio di Stato di Udine e digitalizzata nel corso di un restauro per garantirne la conservazione, trattandosi di un documento molto delicato), «costituisce di fatto – spiega Frangipane - la prima rappresentazione sistematica e dedicata del territorio del Comune della Pedemontana pordenonese, documento prezioso non solo per l’estrema qualità del tratto e della cromia, ma, soprattutto, per il valore documentario, ineludibile punto di partenza per qualsiasi ricerca a valenza territoriale a seguire». Redatta plausibilmente restituendo i dati di campagna acquisisti nel 1810 dai tecnici del Regno d’Italia di Napoleone, «la Mappa – precisa Frangipane - fornisce la divisione delle proprietà fondiarie, corredandola dell’indispensabile riferimento alla numerazione catastale, elemento di collegamento con i Sommarioni, registri censuari la cui redazione termina, per il Comune di Castelnovo, nell’ottobre 1809».
Proprio il collegamento con tali registri permette «di caratterizzare i terreni – anticipa Frangipane - con informazioni aggiuntive relative ai nomi di luogo, alle proprietà, all’uso del suolo, all’estensione, in un “fermi tutti” che segna il tempo di questi luoghi, nel momento in cui stanno per aprirsi alla modernità. E proprio partendo dai nomi dei luoghi, inizia il divagare nella Mappa, attraverso le borgate, gli edifici sparsi, i manufatti e le colture, con rimandi alle presenze significative, agli usi, ai nomi dei luoghi, in una sintesi che rimanda a spazi futuri di ricerca». Il lavoro è integrato dalle Note toponomastiche di Gianni Colledani, attento studioso del territorio “castellano”, che forniscono indizi puntuali sulla storia dei luoghi, sugli usi, sui legami con i suoli e la comunità.
Il lavoro è stato reso possibile dalla disponibilità del materiale documentario presso l’Archivio di Stato di Udine. Tale materiale è frutto di un recupero di fonti dimenticate e non utilizzate in più Archivi dello Stato, ricomposti come un’unità, all’interno di un progetto decennale, avviato alla fine degli anni ’90, riguardante la storia del territorio e del paesaggio, curata dalla dottoressa Roberta Corbellini, direttore dell’Archivio di Stato di Udine.
La pubblicazione è parte di un progetto di conoscenza, valorizzazione e recupero del territorio costruito e delle culture costruttive del Comune di Castelnovo del Friuli, avviato nel 2011 grazie a una collaborazione triennale tra il Comune di Castelnovo del Friuli e il Dipartimento di ingegneria civile e architettura dell’Università di Udine. «L’obiettivo – dice Frangipane – è fornire un servizio al territorio in termini di trasferimento della conoscenza e di supporto all’azione di valorizzazione e sviluppo voluta dall’amministrazione comunale». In particolare, il progetto si occupa dello studio del territorio costruito nel suo recente passato, «tema particolarmente importante per Castelnovo – aggiunge Frangipane -, area caratterizzata da un depauperamento cronico della popolazione attiva, costretta a emigrare portando con sé conoscenze, capacità e memorie, e profondamente colpita, nella sua identità materiale, dalla devastazione del terremoto del 1976».