Portati alla luce edifici e templi del 3000 a.C, rientrano dall’Iraq gli archeologi della missione Università di Perugia-Sapienza Roma
entrambe archeologhe del Corso di Laurea in Archeologia dell’Università degli Studi di Perugia, con tesi di laurea incentrate sull'archeologia del Vicino Oriente antico; quattro studenti della Sapienza Università di Roma e due volontari di altri atenei, oltre a tecnici nel campo della fotografia e topografia archeologica.
In questa seconda campagna di scavi sono continuate le indagini in particolare nell’Area A – già scavata in precedenza, ai piedi della collina principale al centro dell’insediamento (il Mound A), dove è stato riportato alla luce un edificio interamente costruito in mattoni crudi e datato attorno al 3000 a.C., un periodo della Mesopotamia ancora poco conosciuto a livello storico.
Nelle tre stanze sino ad ora investigate, interpretate come vani di stoccaggio di provviste, sono state ritrovate delle grandi giare dipinte, di ottima fattura e perfettamente conservate.
Nella seconda area di scavo, aperta proprio quest’anno, sulla sommità del Mound A, si è invece iniziato ad esporre il tempio della dea Nanshe, divinità legata alle acque, la cui presenza era conosciuta da numerose iscrizioni cuneiformi dei re dell’antico stato di Lagash, ritrovate a Tell Zurghul ed in altri siti della regione, alcune delle quali conservate al Museé du Louvre a Parigi.
Tra i ritrovamenti più importanti una splendida placchetta a stampo in argilla raffigurante un toro androcefalo, essere apotropaico che apre le porte del cielo nella mitologia mesopotamica.
Tutte le immagini e le news sul lavoro degli archeologi sul sito della missione:
www.tellsurghul.org,
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