
“Siamo abituati a pensare alla Via Lattea come ad un contenitore di stelle – afferma Natoli - ma in effetti essa ospita molta più materia sotto forma di nubi di polvere e gas, all’interno delle quali le stelle si formano. Questo processo non può essere osservato con i tradizionali telescopi ottici perche’ la luce visibile, a cui sono sensibili i nostri occhi, non riesce a penetrare queste nubi. La radiazione infrarossa, invece, svela i complessi meccanismi fisici che sono alle base della formazione stellare”.
Il ruolo del team ferrarese è stato determinante per la creazione delle mappe di cielo di Hi-Gal, che come commenta Natoli “costituiscono una vera miniera di informazioni per la conoscenza della nostra galassia e del ciclo di nascita, vita e morte delle stelle che ospita. Creare queste mappe ha rappresentato una sfida notevole: ciò che vediamo alla fine del lavoro è un’ immagine, assimilabile a una fotografia digitale, ma è bene tener presente che si tratta di ‘falsi colori’, perche’ i nostri occhi non riuscirebbero a percepire le frequenze a cui Herschel lavora. Riuscire a condensare questi dati in immagini, senza alterarne l’informazione scientifica che esse contengono, vero obiettivo delle successive analisi, ha richiesto lo sviluppo di algoritmi dedicati e l’uso di supercalcolatori oltre ad anni di lavoro di giovani scienziati, molti dei quali precari. Il fatto che esse siano anche belle dal punto di vista estetico rappresenta un qualcosa in più, e ci ricorda la bellezza che spesso si incontra nell’indagine fisica della natura.”