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Al via il 5° convegno biennale sulla meta cognizione. Psicologi a confronto in Università Cattolica

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Si apre domani 5 settembre fino a venerdì 8 in Università Cattolica (largo Gemelli 1, Milano) il 5° convegno biennale dell’EARLI (European Association for Research on Learning and Instruction), che si occupa di meta cognizione, capacità dell’individuo di riflettere sui processi mentali che compie durante l’apprendimento.
L’appuntamento, che nelle precedenti edizioni si è svolto ad Amsterdam (2004), Cambridge (2006), Ioannina (2008) e Münster (2010), ha visto giungere per questa edizione quasi duecento proposte di contributi scientifici e include lezioni magistrali ad invito, workshop metodologici, un’innovativa sessione chiamata "coffee with the expert" in cui alcuni giovani ricercatori presenteranno un proprio progetto che verrà discusso da noti esperti dell’argomento. E' previsto un premio per il giovane ricercatore che presenterà il miglior contributo. 

Promotore è il Servizio di Psicologia dell’Apprendimento e dell’Educazione della Cattolica (in collaborazione con l’Università di Milano Bicocca), che sviluppa il tema della meta cognizione sia in riferimento ai processi psicologici di base sia all’apprendimento scolastico. Le ricerche condotte in questo campo si sono concentrate su come migliorare i processi di soluzione di problemi, presa di decisione e processi creativi.
Una in particolare ha rilevato come gli studenti di vari paesi nel mondo (tra cui Cina, Brasile, Australia, India) concepiscono l’apprendimento, ossia che cosa per loro vuol dire imparare, che cosa lo rende difficile o lo facilita, che cosa lo rende noioso e che cosa interessante.

Gli studi si sono anche dedicati a costruire e testare strumenti e percorsi didattici per migliorare i processi di insegnamento-apprendimento. Si tratta di programmi da attuare nella scuola (dalla quella dell’infanzia a quella superiore) che stimolano l’alunno a riflettere sul modo con cui abitualmente svolge le attività scolastiche (seguire la lezione, prendere appunti, studiare a casa, fare i compiti ecc.) e a trovare il proprio “metodo” e le strategie che sono adatte a lui.

Si è dedicata una particolare attenzione al ruolo che le tecnologie possono avere nel favorire queste riflessioni su come funziona il proprio pensiero e sul modo per migliorarlo. Per esempio, alcuni videogiochi di fatto richiedono di attivare dei processi di pensiero complessi, che il bambino/ragazzo può trasferire in ambito scolastico.

Per maggiori informazioni: www.metacognition2012.it.

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