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Torna a Venezia il professor Philippe Taquet. E' il papà del dinosauro del Museo di Storia Naturale

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Ritorna a Venezia il professore Philippe Taquet, il paleontologo che scoprì l’Ouranosaurus nigerienisis, il dinosauro vecchio oltre 100milioni di anni oggi esposto al Museo di storia Naturale di Venezia. Uno dei pochi visibili in Italia e arrivato a noi in uno straordinario stato di conservazione: lo scheletro è stato recuperato per il 90 per cento. Il prof. Taquet è stato ospite dell’ateneo per una delle Ca’ Foscari International Lectures (CFIL), gli appuntamenti organizzati dall’Università Ca’ Foscari con i più grandi nomi della cultura. L’appuntamento è stato realizzato nell’ambito della partnership avviata tra l’ateneo e il Centro Sturi e Ricerche Ligabue.
Dopo l’introduzione del prof. Ettore Cingano, Prorettore alla ricerca e del prof. Filippo Maria Carinci, alla presenza di Inti Ligabue Amministratore Delegato della Ligabue Catering e consigliere del Centro  Studie e Ricerche Ligabue e del Vice Presidente del Centro, Massimo Casarin, il prof. Taquet ha tenuto in Aula Baratto, a Ca’ Foscari,  la lecture dal titolo “The dinosaurs of Maghreb: the history of their discovery”.

«Questo appuntamento fa parte di un’articolata serie di attività che abbiamo avviato con il Centro Studi e Ricerche Ligabue – ha commentato nei giorni scorsi il rettore di Ca’ Foscari Carlo Carraro – Taquet è figura di spicco della paleontologia mondiale e la convezione con il Centro Studi prevede proprio la possibilità di proporre a nostri docenti e studenti l’opportunità di confrontarsi con i migliori nomi del settore. In più l’ateneo mette le proprie competenze per arricchire l’attività del Centro che ha anche finanziato una borsa di dottorato triennale».  

Taquet è vice presidente della French Academy of Sciences e con Venezia ha un legame speciale grazie alla collaborazione con il Centro Studi e Ricerche Ligabue iniziata già negli anni Settanta.  L’occasione furono una serie di spedizioni scientifiche nel deserto del Niger.
«Mi mandarono lì i colleghi, nel 1965, quando comincia l’attività di  paleontologo, nessuno voleva lavorare in un posto così caldo» racconta Taquet.

Dal 1971 al 1973 si susseguirono le esplorazioni organizzate da Giancarlo Ligabue che permisero di portare alla luce lo scheletro di Ouranosaurus nigerienisis, (ouran nella lingua dei tuareg significa “il varano delle sabbie”) un dinosauro di circa 100 milioni di anni ritrovato intatto per circa il 90 per cento della struttura ossea. E’ uno dei rari reperti di questa specie esistenti al mondo. Attualmente esposto al Museo di Storia Naturale di Venezia l’Ouranosaurus è anche uno dei pochi esemplari di dinosauro visibili in Italia.

Il dinosauro regalato da Giancarlo Ligabue al museo di storia Naturale di Venezia 40 anni fa è stato oggetto di un accurato restauro e di una “riorganizzazione” formale che – grazie anche a recenti studi paleontologici – ne permette una nuova e più scientifica posizione.

Il professor Philippe Taquet, dopo aver guidato con il dottor Giancarlo Ligabue la spedizione in Niger ha organizzato altre esplorazioni paleontologiche di importante rilievo scientifico, come quella nella zona di Araripe (Brasile) alla quale ha partecipato anche lo studioso veneziano Giuseppe Leonardi.

Successivamente Taquet (che al quel tempo era il direttore del Museo di Storia Naturale di Parigi) ha partecipato alla spedizione del Centro Studi e Ricerche Ligabue in Mongolia, nel deserto del Gobi. Questa operazione – che ha permesso il ritrovamento di numerosi fossili di dinosauro, tra i quali alcuni nidi di uova e alla quale ha partecipato tra gli altri anche il giornalista-divulgatore televisivo Alberto Angela – ha messo le basi per una successiva grande esposizione di scheletri di dinosauri nel Museo di Storia Naturale di Venezia nel 1992. Quell’esposizione  - che portò direttamente dalla Mongolia decine di dinosauri interi o parti - fu una delle più grandi mai realizzate nel nostro Paese e probabilmente in Europa.

«La scomparsa dei dinosauri, avvenuta circa 65 milioni di anni fa – ricordò Taquet in occasione delle esposizione dei dinosauri del Gobi a Venezia – avvenne, contrariamente a quello che qualcuno può pensare in un periodo piuttosto lungo. Alcune specie scomparvero ad ondate che durarono da cinque a otto milioni di anni: in quel periodo si verificarono numerosi e prolungati stress ecologici».

La lecture - La storia delle scoperte di dinosauri in Maghreb dai primi resti rinvenuti nel 1880 in Algeria alle più recenti ed entusiasmanti scoperte in Marocco e nel deserto egiziano, saranno il focus della relazione di Philippe Taquet. La zona del Nord Africa e soprattutto del Maghreb, dove lo studioso ricerca da anni, è diventata ora uno dei posti più interessanti al mondo per lo studio dei dinosauri.

Philippe Taquet (nato nel 1940 a Saint-Quentin, Aisne) è un paleontologo francese specializzato nella ricerca sistematica di dinosauri nell’Africa settentrionale.
E’ membro dell’Accademia delle Scienze di Francia dal novembre 200, ne è diventato il Vicepresidente nel 2011 e sarà il Presidente a partire dal 2013.
Ha studiato numerose specie di dinosauri provenienti dall’Africa, specialmente dal sito di Gadoufaoua in Niger ( come l’Ouranosauro).
Ha indagato sulle relazioni stratigrafiche del basso Cretaceo tra Africa occidentale e Brasile ricostruendo la paleobiologia dai resti fossili di flora e fauna.
E’ stato Presidente del Museo Nazionale Francese di Storia Naturale dall’
1985 al 1990.

Legami con Venezia - Nel 1972-73 il paleontologo Giancarlo Ligabue organizzò una serie di spedizioni a Gadoufaoua nel deserto del Tenerè, in collaborazione con il Professor Philippe Taquet dell'Istituto di Paleontologia del Museo di Storia Naturale di Parigi. Gli scavi portarono alla luce numerosi reperti tra cui spiccano lo scheletro quasi intatto di un dinosauro (Ouranosaurus nigeriensis) e il cranio di un gigantesco coccodrillo (Sarcosuchus imperator), risalenti ad oltre 100 milioni di anni fa.
Il racconto di questa spedizione e i numerosi fossili ritrovati sono esposti nella sala della Spedizione Scientifica Ligabue del Museo di Storia Naturale di Venezia. Entrando nella sala, l’impatto iniziale è l’ombra in movimento dell’Ouranosaurus nigeriensis, resa ancora più inquietante da giochi di luce retroproiettati sulla superficie ricurva di un grande schermo posto all’ingresso. Il visitatore è poi invitato, dal suggestivo allestimento, a “salire” sulle creste e sulle dune di sabbia del deserto per arrivare in un “accampamento“ dove immagini in multivisione raccontano la spedizione e le suggestioni del deserto sahariano.

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