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Corridoi europei e territori: metodologie e pianificazione, convegno internazionale a Udine

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Traccerà una panoramica sui cambiamenti negli scenari infrastrutturali e di trasporto europei dettati dalla crisi e sulla revisione metodologica della pianificazione infrastrutturale il convegno internazionale promosso dal Dipartimento di ingegneria e architettura dell’Università di Udine nell’ambito del progetto europeo Poly5. L’appuntamento è per domani, giovedì 28 febbraio dalle 9 nella sala ‘Gusmani’ di palazzo Antonini, in via Petracco 8 a Udine.
Saranno discusse le metodologie sperimentali miranti all’integrazione dei corridoi europei con i territori locali e sarà presentato un “protocollo metodologico” per gestire, in maniera integrata, i processi di territorializzazione della grandi opere infrastrutturali.

«Lo strumento – anticipa Sandro Fabbro, coordinatore scientifico del convegno e docente a Udine di progettazione e pianificazione del territorio – si colloca, assieme alla piattaforma web in via di realizzazione, nella prospettiva dello “smart planning”, ovvero di una metodologia intesa a supportare e alimentare forme di partecipazione pubblica nelle decisioni difficili in ambito territoriale».

Al convegno interverranno una quindicina di relatori provenienti dalle Università di Vienna, Monaco e Londra, dalla Provincia di Torino – con i progetti dell’alta velocità che interessano la Val di Susa -, da Lubiana, Trento, Zurigo, dalla Carinzia, dal Veneto e dalla Savoia, dal Friuli Venezia Giulia e dalla Slovenia, ed è prevista la partecipazione di rappresentanti del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture e del presidente dell’Osservatorio per la nuova linea Torino-Lione, Mario Virano.

Il convegno rientra nelle attività del progetto europeo Poly5, che vede come capofila la Provincia di Torino e come partner scientifici l’Ateneo di Udine e le Università tecniche di Vienna e Monaco con una serie di partner di diversi Paesi dell’area alpina. Le Università coinvolte sono impegnate nello studio di un diverso modo di pianificare le grandi infrastrutture - a partire dal Corridoio V - che veda un forte confronto iniziale con i territori coinvolti.

«Una alleanza tra territori e infrastrutture è possibile – sostiene Sandro Fabbro - purché si determinino una serie di condizioni regolative e metodologiche non ancora contemplate nelle nostre procedure di progettazione infrastrutturale. I progetti, infatti, devono presupporre, a monte del processo decisionale, un forte confronto con il territorio, le sue qualità, i suoi rischi, le comunità interessate e le loro legittime visioni di sviluppo». Per fare ciò «in tempi certi e con garanzie di pervenire a un esito – sottolinea Fabbro – bisogna costruire anche delle condizioni tecniche e metodologiche particolari per gestire la ricca e complessa conoscenza che serve per decidere».

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