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SSSUP - Ergastolo “ostativo” è una pena di morte “viva”?

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L’ergastolo ostativo, quello “senza fine”, è una pena di morte “viva”? A questo tema è dedicato l’incontro promosso dall’Associazione Allievi della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa per martedì 25 giugno (ore 11.00, aula 3, sede centrale) a cui parteciperà Umberto Veronesi, insieme ad Emilio Santoro, ordinario di sociologia e filosofia del diritto presso l’Università di Firenze, e a Stefano Anastasia, ricercatore di filosofia e sociologia del diritto presso l’Università di Perugia e fondatore dell’Associazione Antigone, “per i diritti e le garanzie nel sistema penale”.
La presenza di Umberto Veronesi trova ragione nel suo impegno per l’abolizione dell’ergastolo, suggerendo un approccio scientifico rispetto a una questione affrontata essenzialmente sul piano etico e sociologico.

Il presidente dell’Associazione Allievi della Scuola Superiore Sant’Anna, Giuseppe di Vetta, spiega le ragioni  di questo incontro “che si inserisce nelle nostre attività – sottolinea -  e che sarà un momento di confronto, riflessione e discussione su una tematica attuale, che continua a richiamare l’attenzione del mondo della cultura e della politica.

L’ergastolo ostativo è, infatti, una pena ‘senza fine’, alla quale sono sottoposti i condannati per reati associativi, inseriti in un regime alternativo e speciale rispetto a quello ordinario, tale da impedirgli di accedere ai diversi benefici predisposti dalla legge per gli altri detenuti. L’Associazione Allievi – conclude di Vetta - intende promuovere un percorso di sensibilizzazione e di consapevolezza rispetto a questa condizione di perpetua attesa, indagando eventuali prospettive di riforma, che siano ispirate all’attuazione di quel principio di rieducazione della pena, enunciato dalla Costituzione all’articolo 27”.

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