Esiste un rapporto tra la trasmissione del patrimonio genetico e quella del linguaggio?
Precisa Guido Barbujani, docente di Genetica dell’Università di Ferrara e Co-Investigator nel progetto… “Controllare se Darwin aveva ragione non è semplicissimo. Nei primi tempi si contavano le parole in comune nei vocabolari di lingue diverse. Un po’ funziona, un po’ no: il lessico cambia in fretta, ci vuol poco perché si diffondano termini come shopping, spread o anche soprano e pizza. Una soluzione è allora confrontare aspetti della lingua più resistenti al cambiamento come le grammatiche e le sintassi”.
È nato così un progetto, finanziato interamente e per cinque anni (2012-2017), nel quale una ventina tra antropologi, genetisti e linguisti di York, Bologna e Ferrara viaggeranno insieme per mezzo mondo: i primi a raccogliere campioni biologici il cui DNA verrà studiato in grande dettaglio, i secondi per ricostruire nelle stesse popolazioni la struttura della lingua. Al progetto parteciperanno anche vari collaboratori esterni.
È probabile che, a conti fatti, si confermi che in generale Darwin aveva ragione. “Ma le eccezioni saranno importanti quanto la regola”, afferma Barbujani, “perché potranno dirci in che aree del mondo, e in che periodi della storia, le popolazioni si sono mescolate fra loro, oppure, al contrario, certe barriere (geografiche, ma anche culturali, religiose o politiche) hanno ostacolato gli scambi. Alla fine della corsa, speriamo di capire un po’ meglio come si sono evolute, nei millenni, la nostra biologia e la nostra cultura, e di trovarci più a nostro agio col grande patrimonio di differenze che rende l’umanità così ricca e interessante”.