Pietro Montani ospite dell’Università di Salerno
Mercoledì 6 aprile alle ore 10.30 presso l’Università degli Studi di Salerno - aula 6, Facoltà di Lingue - il Professore Pietro Montani (ordinario di Estetica all’Università degli Studi ‘La Sapienza’ di Roma) terrà una lezione dal titolo Il ritorno della realtà nelle immagini mediali, promosso dal Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale (DISPAC).
Partecipano le cattedre di: Estetica, Storia del Cinema, Storia dell’Arte Contemporanea, Filmografia, Filosofia Teoretica (Scienze della Formazione).
Nell’odierno orizzonte massmediale, in cui si mescolano realtà e spettacolo, fatti reali e simulazioni elettroniche, le immagini possono ancora “testimoniare” l’irriducibile alterità del mondo reale? La quantità di immagini che ci assale ogni giorno sembra, infatti, possedere potenti “effetti di derealizzazione” dei fatti reali – questi vengono recepiti nella forma dello spettacolo – e determinare una sorta di “anestetizzazione” del nostro sentire.
Nel suo ultimo libro, L’immaginazione intermediale, Pietro Montani affronta questo nodo problematico sottoponendolo ad una puntuale indagine critica che alla messa in questione di alcuni dei fondamentali ‘motivi’ estetici – e filosofici tout court – affianca l’analisi delle elaborazioni mediali di alcuni episodi tratti dalla cronaca.
Dal massacro di Beslan, avvenuto nel 2004 all’attentato dell’11 settembre, dall’assassinio di Aldo Moro allo stupro di un’adolescente irachena perpetrato da un gruppo di militari statunitensi in Iraq. In maniera ancora più incisiva, le tesi di Montani emergono nel corso del libro attraverso i vari film analizzati, proprio perchè il cinema contemporaneo ci offre gli esempi più convincenti dell’immaginazione intermediale: vengono analizzati e interpretati secondo tale ottica Nella valle di Elah, Funny Games, Grizzly Man, Buongiorno, notte, Le 5 variazioni e Redacted, oltre a molti altri titoli citati.
L’autore dimostra che è possibile restituire alle immagini una “dignità testimoniale” solo attraverso un confronto critico tra i diversi formati tecnici delle immagini e tra i differenti linguaggi della comunicazione audiovisiva, lasciando cioè dialogare l’audio con il video, il formato digitale con quello analogico, il documentario con la finzione narrativa. Un confronto “intermediale”, dunque, rintracciabile secondo Montani soprattutto nel cinema, come si evince dal confronto con registi quali Haggis, Moore, Bellocchio, De Palma. L’immaginazione intermediale è un testo decisivo per tentare un approccio nuovo alla comprensione del rapporto tra vita e immagine, intesa nella sua rielaborazione multimediale e elettronica; un validissimo contributo per superare le usurate tesi postmoderniste legate alla rinuncia del valore etico dell’arte e dell’immagine, e che rivendica la centralità che l’istanza testimoniale deve continuare a mantenere soprattutto oggi.