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Univ. di Verona - Le nuove frontiere della Neurochirurgia

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neuroscienzeI massimi esperti nazionali e internazionali nell’ambito della Neurochirurgia e della Neurofisiologia intraoperatoria si troveranno dal 14 al 16 giugno al Polo Zanotto per il simposio “Intraoperative Neurophysiology in Neurosurgery: The Essentials”. Promosso dalla European Association of Neurosurgical Societies (EANS) e sotto gli auspici dell’International Society of Intraoperative Neurophysiology  presieduta da Francesco Sala dell’Università di Verona.
La Neurofisiologia intraoperatoria rappresenta uno dei settori di maggior progresso della moderna Neurochirurgia. Laddove, tradizionalmente, il chirurgo si era sempre basato su un’informazione puramente anatomica nel decidere la miglior strategia chirurgica per operare nel cervello o nel midollo spinale, vi è ora la possibilità di acquisire una preziosa informazione funzionale utilizzando in sala operatoria tecniche simili a quelle utilizzate routinariamente nella diagnostica neurofisiologica. “Questo simposio – spiega il professor Sala – rappresenta, di fatto, la prima occasione in cui un’importante società scientifica internazionale di Neurochirurgia decide di dedicare un evento scientifico specificatamente alla neurofisiologia intraoperatoria, a indicare la rilevanza che questa disciplina rappresenta ai giorni nostri per una neurochirurgia sempre più sicura ed efficace”.

Vi è sempre più l’esigenza di curare chirurgicamente le patologie del sistema nervoso in maniera possibilmente radicale ma, al tempo stesso, cercando di ridurre le complicanze neurologiche legate all’intervento. “La Neurofisiologia Intraoperatoria fornisce gli strumenti per rispondere in parte a queste esigenze in due modi – risponde Sala - Da una parte consente di identificare funzionalmente, durante l’intervento, determinate strutture nervose altrimenti difficilmente riconoscibili su base puramente anatomica. Una volta identificate tali strutture, è poi possibile controllare l’integrità funzionale di varie vie nervose (sensitive, motorie, auditive, visive,…) durante tutto il corso dell’intervento grazie al monitoraggio dei cosiddetti potenziali evocati. Ad esempio, nell’operare un tumore cerebrale in prossimità delle aree deputate al controllo del movimento è possibile stimolare elettricamente tali aree cerebrali –in maniera del tutto indolore e sicura per il paziente- così da poterle identificare (ad es. l’area della mano o del piede) ed evitare di danneggiarle nel corso dell’intervento”.

L’esperienza di Verona

L’Istituto di Neurochirurgia di Verona da oltre quindici anni è in prima linea a livello internazionale nell’attività di monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio. Tale esperienza è stata possibile innanzitutto grazie all’intuizione di Albino Bricolo - recentemente scomparso e di cui proprio in occasione del congresso Eans si terrà un ricordo - di voler attrezzare l’allora dipartimento di Neurochirurgia con le apparecchiature e le competenze necessarie ad istituire un servizio di Neurofisiologia Intraoperatoria. A tale scopo, Francesco Sala trascorse - tra il 1998 e il 1999 - 18 mesi negli Stati Uniti alla Divisione di Neurofisiologia Intraoperatoria dell’Institue for Neurology and Neurosurgery di New York dove il Dr. Vedran Deletis dirigeva quello che era all’epoca considerato il principale centro di riferimento internazionale nell’ambito della Neurofisiologia Intraoperatoria.

Nel settembre 2000, la Neurochirurgia di Verona inaugurò l’attività di Neurofisiologia Intraoperatoria che è andata crescendo in maniera esponenziale nel corso degli anni passando dagli 80-90 interventi l’anno agli attuali 250 interventi l’anno per un totale di oltre 1800 interventi per patologie neurochirurgiche complesse quali i tumori cerebrali in aree critiche, i tumori del tronco encefalico e della fossa cranica posteriore, i tumori del midollo spinale, le malformazioni artero-venose intramidollari e cerebrali, e – con particolare riferimento al’età pediatrica- le patologie relative alla spina bifida e al midollo ancorato. Tale percorso è stato possibile grazie al supporto, l’interesse e la collaborazione inizialmente dei colleghi neurochirurghi e neuroanestesisti, per poi proseguire sempre più verso una stretta collaborazione con i colleghi della Neurologia e Neurofisiologia.

Attualmente l’equipe di Neurofisiologia Intraoperatoria si avvale della presenza anche di un neurologo, Giovanna Squintani- e di tre tecnici di neurofisiologia intraoperatoria in forza al dipartimento di Neuroscienze dell’Azienda ospedaliero universitaria integrata.

Nel suo complesso a Verona si è costituita una delle più ricche casistiche a livello nazionale per numero e tipologia di procedure neurochirurgiche condotte con l’ausilio della neurofisiologia intraoperatoria. Sul piano scientifico, inoltre, il gruppo veronese si è fortemente caratterizzato per una presenza costante nella letteratura scientifica e nelle sedi congressuali specifiche, accogliendo ogni anno colleghi stranieri che trascorrono a Verona periodi di formazione nell’ambito di questa disciplina.

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