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Univ. di Verona - Dipendenze, disturbi alimentari e affettivi

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Dipendenza da fumo, alcol e droghe, disturbi alimentari, dell’affettività e depressione non sono vizi del comportamento, ma sintomi di disagio neuropsichiatrico. I neuroscienziati le definiscono patologie della mente e del cervello poiché percezione e memoria giocano un ruolo centrale nel loro sviluppo e nella loro evoluzione. Su questi e altri temi si confronteranno scienziati di tutto il mondo, leader di fama internazionale, giovani ricercatori e studenti che si incontreranno a Verona, dal 12 al 15 settembre nel palazzo della Gran Guardia, per il Joint meeting delle società scientifiche Ebbs (European Brain Behaviour Society) e Ebps (European Behavioural Pharmacology Society).
Il convegno è organizzato e presieduto da Cristiano Chiamulera docente del dipartimento di Diagnostica e Sanità pubblica dell’università di Verona.

Numerosi gli ospiti internazionali di prestigio che a Verona si confronteranno sullo stato della ricerca in questo ambito. Tra loro Harriet De Wit dell’università di Chicago che coordinerà la sessione “Ecstasy, la Love Drug”. Tra i relatori anche Joseph LeDoux della New York University, il neuroscienziato che ha ispirato con le sue ricerche il concetto dell’Intelligenza Emotiva.

La scelta è ricaduta su Verona perché sede di una tradizione, che si perpetua nel presente, sugli studi in neuroscienze, ma anche come luogo di aggregazione tra la comunità internazionale e le realtà locali. “L’università scaligera - spiega Chiamulera - ospita tra le migliori competenze cliniche e accademiche a livello nazionale e internazionale in questo settore: dalla neurologia alla psichiatria, dalle neuroscienze alla terapia farmacologica. Per questo saranno numerosi i contributi scientifici presentati da docenti, ricercatori e studenti del nostro ateneo”.

“Le nostre ricerche di base in neuroscienze - aggiunge Leonardo Chelazzi docente del dipartimento di Scienze neurologiche biomediche e del Movimento - sono sempre aderenti alla prospettiva del trasferimento alla pratica clinica. Ne è esempio lo studio della ricercatrice Chiara Della Libera sulla distrazione attenzionale dei fumatori verso gli oggetti legati alla sigaretta. Il lavoro sarà presentato durante il convegno ed è frutto della collaborazione con l’Unità operativa di Medicina delle Dipendenze diretta da Fabio Lugoboni”.

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