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Scienza e Tecnologia

Le eruzioni vulcaniche hanno i minuti contati

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vulcano-etnaUn cronometro geochimico per misurare le tempistiche delle eruzioni vulcaniche: questo il nuovo risultato della recentissima ricerca condotta dagli scienziati del Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università di Perugia e del Dipartimento di Scienze della Terra e Ambientali di Monaco di Baviera. Si tratta del primo risultato prodotto nell’ambito dell’ormai noto progetto di ricerca europeo CHRONOS, attribuito dall’European Research Council al Professor Diego Perugini, che ne è il coordinatore.
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Per le sinapsi neurali un bit è sufficiente

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Gli studi sull’Intelligenza Artificiale stanno progredendo molto rapidamente e le  prestazioni sono sempre più sorprendenti: la codifica di immagini complesse, la guida automatica di autoveicoli sono esempi di azioni che possono apparire semplici ma nella realtà richiedono operazioni molto articolate. Per costruire macchine sempre più “intelligenti” sinora uno dei campi di ricerca più attivi è quello delle deep networks, che studia reti neurali artificiali molto complesse dotate di centinaia di milioni di  connessioni tra neuroni, in grado di processare milioni di esempi e imparare da essi – in modo del tutto autonomo – a svolgere compiti elaborati come ad esempio il riconoscimento vocale.
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Tsunami nel Mediterraneo: un modello per simulare l'impatto sulle zone costiere

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Al largo delle coste della Sicilia orientale, d'improvviso un terremoto scuote il mare. Poco più tardi una grande onda si alza dalla superficie e prende a viaggiare veloce verso riva. Cosa succederebbe se il Mediterraneo fosse colpito da uno tsunami? È la domanda a cui ha provato a dare risposta un gruppo di ricercatori delle università di Bologna e di Salonicco mettendo a punto un modello in grado di simulare l'impatto di onde di maremoto generate da terremoti nel Mediterraneo orientale. Lo studio - da poco pubblicato su Ocean Science, rivista open access della European Geosciences Union (EGU) - mostra la dinamica di onde di tsunami nel Mediterraneo, arrivando a simulare l’inondazione di alcune zone costiere in Italia meridionale e nell’Isola di Creta, in Grecia.
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Il calore terrestre? Anche “colpa” della radioattività naturale

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Il mese scorso i ricercatori dell'esperimento Borexino hanno pubblicato un articolo su PhysicalReview D in cui viene dimostrata con un'elevata significatività statistica l'esistenza dei geoneutrini, prova decisiva che una buona parte del calore terrestre è generato dalla radioattività terrestre e che una frazione di tale calore è prodotto dagli isotopi radioattivi nel mantello, ovvero nelle zone più inaccessibili del nostro pianeta. La scoperta ha richiesto un lavoro sperimentale di quasi 25 anni, che ha coinvolto un centinaio di scienziati di diverse nazioni e che ha visto in prima linea l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) nella progettazione, costruzione e finanziamento dell'esperimento Borexino, presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso.
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Cetaceo del Miocene fossilizzato con il suo ultimo pasto: scoperta la causa della morte

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Prof. Claudio Di CelmaAncora un importante riconoscimento internazionale per la ricerca di eccellenza di Unicam. E’ infatti stato appena pubblicato sulla prestigiosa rivista inglese “Proceedings of the Royal Society B” un lavoro di ricerca in ambito geologico-paleontologico di cui è autore, tra gli altri, il prof. Claudio Di Celma, docente della sezione di Geologia della Scuola di Scienze e Tecnologie di Unicam.
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La ‘dormienza’ dei semi dipende dal tipo di impollinazione

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Un team di ricercatori dell’Università di Pisa ha scoperto che la minore o maggiore ‘dormienza’ dei semi, una caratteristica fondamentale per la sopravvivenza delle piante anche in condizioni ambientali sfavorevoli, deriva dal tipo di impollinazione. Lo studio, pubblicato sulla rivista ‘Seed Science Research’, ha riguardato l’iperico (Hypericum elodes), una specie palustre originaria dell’Europa Atlantica, ma sorprendentemente in grado di resistere anche in Toscana malgrado le condizioni climatiche non ottimali.
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Politecnico di Milano - Pianificare gli spostamenti con il car sharing

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Il Politecnico di Milano ha messo a punto un metodo che permette di predire la posizione di un veicolo in car sharing nell’arco di 24 ore: si tratta di un innovativo algoritmo già brevettato dall’Ateneo a livello nazionale e in attesa di brevettazione internazionale. Fornendo l’orario e il luogo in cui l’utente si troverà quando avrà bisogno del veicolo, l’algoritmo indica la distanza a cui l’utente troverà il veicolo più vicino: una informazione più utile e di immediata comprensione rispetto a quelle che vengono fornite dagli attuali modelli di condivisione come, ad esempio, il numero di veicoli presenti all’interno di un raggio predefinito.
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Un docente dell'Università di Pisa nel team internazionale che ha scoperto l'Homo naledi

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Homo naledi National GeographicC'è anche un contributo pisano e italiano nel team internazionale, composto da più di cinquanta ricercatori, che ha lavorato sull'Homo naledi, il nuovo ominine i cui resti sono stati ritrovati in Sudafrica e la cui scoperta è stata annunciata in giornata dall'Università del Witwatersrand, dalla National Geographic Society e dalla National Research Foundation del Sudafrica.
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Univ. di Pisa - Esploratori o abitudinari? Ce lo rivelano i Big Data

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Esploratori o abitudinari? La scienza dei dati, o data science, ci dice che le persone, nei loro movimenti quotidiani, si dividono in modo ben preciso fra questi due tipi di comportamenti. Un team di data scientist nato da una collaborazione fra il KDD Lab di Università di Pisa e Istituto di scienza e tecnologie dell’informazione del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Isti-Cnr) e il centro di ricerca sulle reti complesse Barabasi Lab di Budapest e Boston, ha analizzato grandi quantità di Big Data sulla mobilità umana, cioè tracce GPS di viaggi automobilistici e dati da telefonia mobile relativi a centinaia di migliaia di persone (rigorosamente anonime), analizzando i comportamenti di ciascun individuo su vari mesi.
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Scoperta la farina più antica del mondo da gruppo di ricerca guidato dall’Università di Firenze

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Non di solo caccia viveva l’Homo sapiens che già 32mila anni fa raccoglieva, macinava e cuoceva avena. E’ quanto risulta da una scoperta realizzata da Marta Mariotti, associato di Botanica sistematica dell’Ateneo fiorentino, che ha esaminato i residui vegetali rimasti intrappolati dentro i solchi di una macina nella Grotta di Paglicci (Rignano Garganico, Foggia), facendo emergere che già nel Paleolitico superiore si conoscessero le prime tecniche per la preparazione della farina da cereali.
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Univ. di Milano - Fibrosi cistica: allo studio nuovi trattamenti

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Francesco Blasi, Direttore del Dipartimento di Fisiopatologia medico-chirurgica e dei Trapianti dell’Università degli Studi di Milano, partecipa a un progetto europeo da 50 milioni di euro incentrato sullo sviluppo di nuovi trattamenti farmacologici che possano migliorare la vita dei pazienti affetti da fibrosi cistica e da bronchiectasie. Il consorzio iABC (inhaled Antibiotics in Bronchiectasis and Cystic Fibrosis), costituito dai maggiori esperti europei, svilupperà nuovi antibiotici per uso inalatorio per alleviare I sintomi delle infezioni respiratorie croniche che rappresentano la causa principale di malattia e di mortalità dei pazienti con fibrosi cistica e con bronchiectasie.
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