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Scienza e Tecnologia

L’empatia è donna, lo dimostrano gli sbadigli

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sbadiglioLe donne sono più empatiche degli uomini e a dimostrarlo è la contagiosità degli sbadigli che per il sesso femminile è maggiore. E’ questo il risultato di una ricerca condotta da un gruppo di etologi dell’Università di Pisa che è stata appena pubblicata sulla “Royal Society Open Science”, la rivista della Royal Society britannica. Ivan Norscia, Elisa Demuru ed Elisabetta Palagi del Museo di Storia Naturale dell’Ateneo pisano hanno osservato per cinque anni, dal 2010 al 2015, un campione composto da 48 uomini e 56 donne durante le loro usuali attività quotidiane.
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Un angolo di Marte in Etiopia: la ricerca di frontiera Unibo che punta al pianeta rosso

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Monte DallolLa depressione della Dancalia, una regione nel nord-est dell’Afar, in Etiopia, poco lontano dal confine con l’Eritrea, ospita una delle località più ostili, remote, ma anche scenograficamente colorate al mondo. Si tratta della caldera del Monte Dallol: un cratere vulcanico unico al mondo, dove l'altimetro segna meno 125 metri rispetto al livello del mare, mentre il termometro può arrivare anche oltre i 60 gradi centrigradi, e vapori di cloro e di zolfo riempiono l'aria.
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Univ. di Parma - Come i nostri batteri intestinali interagiscono

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E’ stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica ISME J un lavoro riguardante lo studio delle interazioni del microbiota intestinale mediante l’impiego di un approccio multiomico basato sull’utilizzo di tecniche di genomica, metagenomica e metabolomica. Il progetto presentato nell’articolo è stato coordinato dal prof. Marco Ventura, responsabile del Laboratorio di Probiogenomica del Dipartimento di Bioscienze dell’Ateneo, nell’ambito di un progetto di ricerca internazionale volto alla comprensione dei meccanismi molecolari responsabili dell’interazione dei batteri intestinali.
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Confermate le previsioni di Einstein sulle onde gravitazionali

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Prof. Fabio MarchesoniTra gli scienziati della collaborazione internazionale LIGO/Virgo che oggi ha dato l’annuncio dell’osservazione delle onde gravitazionali previste da Einstein 100 anni fa ci sono anche i fisici dell’Università di Camerino. Il Prof. Fabio Marchesoni, scienziato di fama internazionale nel campo dello studio del rumore nei sistemi fisici, fa parte da oltre due decenni del team scientifico che si è occupato degli aspetti teorici dell’antenna di VIRGO, l’interferometro installato nelle campagne pisane di Cascina che a partire da quest’anno tornerà ad unirsi alle altre due antenne di LIGO per raccogliere i segnali di onde gravitazionali.
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Osservate le onde gravitazionali a 100 anni dalla previsione di Einstein

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onde gravitazionaliPer la prima volta, gli scienziati hanno osservato in modo diretto le onde gravitazionali: increspature nel “tessuto” dello spaziotempo, perturbazioni del campo gravitazionale, arrivate sulla Terra dopo essere state prodotte da un cataclisma astrofisico avvenuto nell'universo profondo. Questo conferma un’importante previsione della Relatività Generale di Albert Einstein del 1915, e apre uno scenario di scoperte senza precedenti sul cosmo.
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Nanomateriali smart e test in gravità alterata per contrastare la produzione di radicali liberi

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Dalla gravità alterata, fino a 20 volte maggiore rispetto a quella terrestre, e dall’impiego di un nanomateriale smart, arriveranno indicazioni per contrastare la produzione di radicali liberi, sostanze che contribuiscono all’invecchiamento cellulare. Nell’ambito della settima edizione della campagna “Spin your thesis!”, il gruppo di ricercatori “PlanOx”, è stato selezionato dell’Agenzia spaziale europea, con altri tre gruppi europei, per condurre gli esperimenti in gravità alterata all’interno della “Large diameter centrifuge”, “centrifuga”, dal diametro di otto metri, posizionata nel “Centro Europeo di Ricerca Spaziale e Tecnologica”, a Noordwijk, nei Paesi Bassi.
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Sequenziata la Zostera marina: passo avanti per capire gli effetti dei cambiamenti climatici sulle piante

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Zostera marinaL’Università di Udine ha partecipato, con un consorzio di ricerca internazionale, al sequenziamento del genoma della Zostera marina, pianta acquatica molto diffusa lungo le coste del Friuli Venezia Giulia e nel nord degli oceani Atlantico e Pacifico. Per le sue caratteristiche genetiche la Zostera rappresenta un modello di studio evoluzionistico ideale per comprendere l’impatto del cambiamento climatico sulle piante. I risultati della ricerca sono stati pubblicati nell’ultimo numero della rivista scientifica internazionale Nature.
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Microrna e tumori: una ricerca Unibo individua una nuova sindrome

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Una forma tumorale rarissima - tumore polmonare a differenziazione intestinale (PEAC) - che colpisce componenti della stessa famiglia, comparendo sempre tra i 68 e i 71 anni di età. Un caso del tutto particolare, che è stato studiato per la prima volta presso il Centro Interdipartimentale di Ricerche sul Cancro "Giorgio Prodi" dell'Università di Bologna, restituendo risultati importanti. Protagonisti della ricerca sono il prof. Guido Biasco e la ricercatrice Ingrid Garajová, che forti del primato della ricerca hanno battezzato la forma studiata con i loro nomi: Biasco-Garajová Familial Syndrome.
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Che aria respiriamo? Per saperlo basta un click

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Per conoscere la qualità dell’aria che respiriamo basta un click. E’ da poco tempo on line MonIQA, il monitoraggio dell'indice della qualità dell'aria, un servizio realizzato dal gruppo di ricerca dell’Università di Pisa coordinato da Giuseppe Anastasi, professore del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione e direttore del Laboratorio Nazionale Smart Cities del Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica (CINI). Alla realizzazione del progetto hanno lavorato anche alcuni studenti e ricercatori dell’Ateneo pisano, in particolare Luca Pardini, Francesca Righetti, Elena Lucherini e Simone Brienza.
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Unibo ricerca: i primi antenati dell'uomo non avevano mascellari da "nutcracker"

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Una ricerca condotta da un team internazionale, pubblicata sulla rivista Nature Communications, indica che l’apparato masticatorio di Australopithecus sediba non era adatto ad una dieta a base di cibi duri. Alcune specie di australopitecine hanno fatto fronte ai cambiamenti ecologici avvenuti fra tre e due milioni di anni fa adattandosi a diete coriacee, mentre altre hanno seguito una direzione completamente opposta e, tra queste, vanno rintracciati i diretti antenati del genere Homo. Lo studio descrive una simulazione biomeccanica effettuata su un modello digitale del cranio di Australopithecus sediba.
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Il mistero del popolamento dell’Europa

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Nuovi luci sulla Preistoria europea. La dispersione degli esseri umani moderni al di fuori dall’Africa fu unica, rapida e avvenne in Asia e in Europa circa 50.000 anni fa. Il continente europeo fu, quindi, popolato da individui con patrimonio genetico uguale a quello dei primi abitanti dell’Asia. In seguito, durante il picco più freddo dell’ultima glaciazione, circa 25.000 anni fa, una parte di questo patrimonio genetico scomparve. Più tardi, circa 14.500 anni fa, la popolazione europea sopravvissuta fu sostituita da un’altra popolazione di differente origine.
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